Graziano Mesina ha trascorso la sua prima notte da uomo libero a casa della sorella Giuseppa, dopo una cena e brindisi finale con i parenti. Stamattina presto, l’ex primula rossa del banditismo sardo, è uscito a fare una giro per le vie di Orgosolo, paese in cui Mesina è nato. “La libertà è bella ma ora tocca aspettare la sentenza della Cassazione”, ha ripetuto più volte Mesina durante le sue visite ad amici e parenti. Tanti i compaesani che gli hanno voluto stringere la mano, increduli per la sorpresa della scarcerazione.
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Ieri pomeriggio, aveva lasciato il carcere nuorese di Badu ‘e Carros ed era tornato nel suo paese a bordo dell’auto di una delle sue legali, Beatrice Goddi, mentre l’altra avvocata, Maria Luisa Venier, lo ha raggiunto quando era già a casa della sorella.
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Mesina, in carcere dal giugno del 2013 per traffico internazionale di droga, l’anno scorso al processo d’appello a Cagliari era stato condannato a 30 anni di carcere, ma ieri è stato scarcerato per decorrenza dei termini: le motivazioni della sentenza, infatti, non sono ancora state depositate. Dopo la scarcerazione ier sera si era recato nella caserma dei carabinieri di Orgosolo dove lo aspettava il comandante, Carlo Castellucci, per il disbrigo di alcune pratiche burocratiche: Mesina ha l’obbligo di firma e quello di permanenza in casa dalle 22 alle 6 del mattino.