“Finalmente respiro l’aria del mio paese. Sono felicissimo, non me lo aspettavo”. Sono le prime parole di Graziano Mesina rilasciate all’Ansa al suo arrivo a Orgosolo con l’avvocata Beatrice Goddi, subito dopo la scarcerazione dal penitenziario di Nuoro dopo sei anni, per decorrenza dei termini. L’ex primula rossa del banditismo sardo era in cella per traffico internazionale di droga. Arrestato sei anni fa, perché ritenuto a capo di un’organizzazione. Nel processo d’appello, che si è svolto a Cagliari nel 2018, la condanna a trent’anni. Quando nel 2016 finì di nuovo in carcere, a Mesina venne revocata la grazia che nel 2004 gli aveva concesso l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Sino a quel giorno – era il 25 novembre – aveva trascorso quarant’anni di carcere. Ne aveva 62 (è nato il 4 aprile del 1942).
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“È tutto cambiato in sei anni. Stavo andando alla vecchia caserma, anche quella è nuova”, ha detto con un sorriso Mesina prima di entrare nella nuova sede che ospita la stazione dei carabinieri di Orgosolo, inaugurata a fine maggio. Dopo aver lasciato il carcere nuorese di Badu ‘e Carros, Mesina è arrivato nel suo paese natio alle 17.30. Per Mesina, in attesa della sentenza definitiva della Cassazione, è stato disposto l’obbligo di firma giornaliero e non potrà uscire dalla propria abitazione dalle 22 alle 6.
Foto Ansa