Meridiana, no dei giudici a Fiordalisi: niente commissariamento

Il tribunale di Tempio Pausania non ha accolto la richiesta di ispezione, con il rischio di un successivo commissariamento, della compagnia aerea Meridiana. I giudici civili, con in testa il presidente del tribunale Gemma Cucca, hanno depositato questo pomeriggio l’ordinanza con cui rigettano la richiesta avanzata, lo scorso 15 gennaio, dal procuratore capo Domenico Fiordalisi, secondo il quale sarebbero state riscontrate gravi irregolarità nella conduzione della società dell’Aga Khan, sopratutto per quanto riguarda l’acquisizione di Air Italy. Fiordalisi, che sta conducendo un’inchiesta penale con una serie di ipotesi di reato a carico degli ex amministratori delegati della compagnia aerea (Roberto Scaramella, Giuseppe Gentile e Massimo Chieli) e dell’attuale presidente Marco Rigotti, aveva chiesto anche l’intervento dei giudici, in base all’articolo 2409 del codice civile, per far controllare i conti di Meridiana e, se i suoi sospetti fossero stati confermati, per far nominare un commissario giudiziale al posto dell’attuale consiglio d’amministrazione. I giudici hanno detto no e la compagnia resta dunque nelle mani del nuovo amministratore delegato, Richard Creagh.

L’ipotesi di commissariamento

Meridiana è stata vicina, vicinissima a una svolta clamorosa e senza precedenti. Ma il tribunale di Tempio ha respinto le richieste della Procura e ha forse scongiurato l’ipotesi di chiusura stessa della compagnia. Il procuratore capo della Repubblica, Domenico Fiordalisi, aveva infatti chiesto ai giudici civili di poter ispezionare i conti della compagnia e, di conseguenza, di poter entrare dentro la struttura di comando della società per valutare le scelte passate e anche decidere quelle future. Una azione forte che Fiordalisi aveva posto in essere – dopo aver aperto un’inchiesta penale lo scorso novembre sull’acquisizione di Air Italy, giudicata un’operazione dannosa – ricorrendo all’articolo 2409 del codice civile. Un articolo cui si appellano di solito i soci di minoranza (Meridiana ha un socio unico, l’Aga Khan) o, appunto, il pubblico ministero. Quell’articolo che, se applicato, poteva aprire numerosi scenari: dall’obbligo imposto all’attuale Cda di rivedere alcune decisioni strategiche assunte in passato dal management, fino al commissariamento della compagnia aerea e, in un’ipotesi estrema, alla sua liquidazione. L’obiettivo del pubblico ministero, che conduce parallelamente un’inchiesta penale per truffa ai danni dello Stato e falso in comunicazioni sociali, era quello di salvare la compagnia aerea dell’Aga Khan attraverso l’intervento di un amministratore giudiziario, che rivedesse e mettesse mano alle scelte considerate dannose per l’azienda e i dipendenti. Ma anche per i soci, visto che fino al 2013 Meridiana era una società quotata in Borsa.

Le operazioni contestate: dall’acquisizione di Air Italy agli ammortizzatori sociali

Le operazioni che secondo Fiordalisi avrebbero messo a rischio la tenuta della compagnia – secondo i primi accertamenti svolti dalla procura di Tempio – risalivano al 2011. Poco dopo aver dichiarato lo stato di crisi e aver ottenuto dall’Inps i benefici della cassa integrazione, Meridiana aveva acquisito Air Italy, «una società già pignorata da alcuni istituti bancari», come sottolineato dalla Procura. Come mai un’azienda che dichiara di essere in crisi e fa ricorso agli ammortizzatori sociali acquista un’altra compagnia? Come mai Meridiana aveva deciso di licenziare 1634 dipendenti e di cedere contemporaneamente le rotte a Air Italy? Proprio queste, secondo la denuncia presentata dal pubblico ministero Fiordalisi al tribunale civile, sarebbero state le azioni che avrebbero arrecato «gravissimo danno alla società, ai creditori, ai dipendenti e ai soci». La richiesta di eseguire un’ispezione e di nominare un amministratore giudiziario è prevista dall’articolo 2409 del codice civile «se vi è fondato sospetto che gli amministratori, in violazione dei loro doveri, abbiano compiuto gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società, a una o più società controllate o ai soci».

Il commento dell’azienda

“Si tratta di una decisione attesa per la quale esprimo soddisfazione, peraltro la Società ha sempre fornito la massima collaborazione all’Autorità giudiziaria e sarà sempre disponibile a collaborare in ogni sede, pienamente fiduciosa della correttezza del proprio comportamento”. Così il legale difensore di Meridiana, l’avv. Salvatore Sanzo, commenta la decisione del Tribunale. “L’azienda – è detto in una nota di Meridiana – ringrazia l’avv. Sanzo per il lavoro svolto e continua nel proprio impegnativo percorso di ristrutturazione. Con il positivo contributo dell’Azionista, del Governo, dei Sindacati e del Management, è possibile immaginare un percorso in grado di raccogliere tutte le energie positive presenti da oltre 50 anni nella Compagnia. E’ necessario affrontare i problemi con realismo, ma anche con fiducia ed estrema attenzione alle diverse sensibilità delle parti coinvolte”.

Giandomenico Mele

Leggi anche: Meridiana: ad Creagh presenta il nuovo piano industriale all’Aga Khan

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