Presentato questa mattina al tribunale del lavoro di Oristano il ricorso contro il provvedimento di sospensione e riduzione dello stipendio alla maestra elementare, Marisa Francescangeli, 58 anni di Nuoro, insegnante nella scuola primaria di San Vero Milis.
Nell’istituto segue tre diverse classi, una quarta e due terze. La maestra è stata sospesa per venti giorni, secondo quanto da lei sostenuto, per aver fatto realizzare agli alunni un piccolo rosario con 10 perline a forma di braccialetto e per aver recitato insieme ai piccoli un’Ave Maria e il Padre Nostro durante la sostituzione di un suo collega in una terza elementare l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie del Natale del 2022.
Il ricorso è seguito e firmato dagli avvocati, Elisabetta Mameli e Domenico Naso per la Uil nazionale. Le ragioni del reclamo, secondo quanto appreso dall’Ansa, sono diverse e riguardano sia profili procedurali che di merito. Il ministero dell’Istruzione e del Merito sta seguendo il caso e ha già deciso l’invio di tre ispettori, scelti fra persone di particolare esperienza e competenza, affinché verifichino la regolarità del procedimento e la completezza dell’istruttoria.
Nei giorni scorsi, il ministro Giuseppe Valditara aveva sottolineato che in base alla relazione tecnica ricevuta – di cui è in possesso ed è riservata – non si è trattato di un caso isolato ma che in precedenza ci sono stati “diversi interventi bonari del dirigente scolastico e il percorso si è svolto su diversi mesi”.
“Anzichè insegnare geografia, storia e matematica, la maestra avrebbe fatto cantare inni religiosi o pregare. È quindi una violazione di un obbligo previsto dalla legge – aveva chiarito il titolare dell’Istruzione -. Se poi si tratti di canzoni religiose, di bandiera rossa o di leggere Repubblica durante l’ora di matematica, non cambia”.
Una posizione analoga a quella espressa da Francesco Feliziani, direttore dell’Ufficio scolastico regionale intervistato qualche giorno fa dall’Adnkronos: “Non si è trattato – ha detto il dirigente del ministero della Pubblica istruzione con sede a Cagliari – di un provvedimento dettato da ‘furia iconoclasta’, come l’ha definito il presidente Christian Solinas –aveva detto all’agenzia di stampa – ma di un iter garantista seguito dall’organo collegiale di competenza”. Quello dell’Ave Maria in classe era solo l’ultimo episodio e l’ultima segnalazione. Adesso arriva il ricorso contro la sospensione.