L’ultimo saluto all’allevatore ucciso: “Non percorrete la strada dell’odio”

La chiesa di Santa Maria Maggiore, a Orune, non è riuscita a contenere la folla che questa mattina ha accompagnato per l’ultimo saluto Mauro Antonio Carai, l’allevatore di 74 anni ucciso a coltellate sabato sera e ritrovato in una pozza di sangue da uno dei figli, intorno alla mezzanotte, nella strada che porta al suo ovile, a 20 metri dalla statale 389. All’esterno della chiesa in molti hanno ascoltato l’omelia del parroco don Michele Muledda, attraverso gli altoparlanti. In prima fila accanto alla bara i sette figli dell’allevatore e i suoi nipoti. “Mauro Antonio era un uomo integro e non ha mai disturbato nessuno – ha esordito il sacerdote -. Io sono qui da 9 anni e ho conosciuto una comunità che vuole superare i brutti ricordi del passato per costruire un futuro nuovo. Questo fatto non deve interrompere l’azione di far prevalere il bene, la pace il perdono. Invito chiunque abbia commesso questo omicidio, di Orune o di fuori, a prendersi le sue responsabilità e mi appello anche alla comunità: non percorrete la strada dell’odio e della vendetta che non paga mai”.

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Nel frattempo, le indagini condotte dai Carabinieri del Reparto Operativo di Nuoro e della Compagnia di Bitti, coordinate dal Pm del tribunale barbaricino, Riccardo Belfiori, procedono a tutto campo: continuano gli interrogatori, le perquisizioni e i posti di blocco. Si cerca l’arma del delitto, un coltello con cui sono state inferte alla vittima una decina di fendenti, quello mortale al collo, che gli ha rescisso l’arteria. Una ferocia inaudita che fa sospettare gli inquirenti che a colpire Carai non fosse una sola persona. Nessuna pista viene tralasciata, ma quella più accreditata è che si sia trattato di un omicidio d’impeto, una violenta discussione finita nel sangue. Il cellulare dell’allevatore e le chiavi della sua auto, una Fiat Punto accanto alla quale è stato ritrovato il corpo, sono spariti. All’interno della vettura nessun segno di colluttazione nè tracce di sangue, segno che il delitto si è consumato in strada. L’autopsia ha stabilito il numero di coltellate inferte e quella fatale, ma non ancora appresa l’ora esatta del decesso. Il medico legale si è preso altro tempo per gli esiti degli esami istologici.

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