Lercio e le notizie dall’Isola: “Un asteroide delle dimensioni della Sardegna colpirà la Sardegna”

Il sito di finta informazione satirica più amato nel panorama italiano ha anche un volto sardo. Anzi: sette volti, per la precisione: sono Gianni Zoccheddu, Alessandro Cappai, Stefano Cao, Albert Huliselan Canepa, Mattia Uccheddu, Antonio Pala. Con loro c’è anche il fondatore di Lercio.it, Michele Incollu.

Tantissime sono le notizie inventate che arrivano dall’Isola: “Un asteroide delle dimensioni della Sardegna colpirà proprio la Sardegna”, “Turista ipercellulitica sfoggia bikini con slip brasiliano, multata per oltraggio alla libidine”, “Indipendentisti sardi legano assieme ottocento maialetti per farne un elefante da guerra”. Si ride (per non piangere) anche sulla crisi: “Precaria entra nel Guinnes dei primati, assunta e licenziata in 8 secondi e 3 decimi”. Ecco due domande a Gianni Zoccheddu che ieri, insieme a Alessandro Cappai, ha partecipato all’incontro “Satyri.com” organizzato dal gruppo Feudalesimo e Libertà a Cagliari .

Si dice che i Sardi non amino molto ridere di se stessi, pare che l’autoironia non sia proprio nel nostro dna: cosa ne pensano quelli di Lercio?

Non è una domanda cui credo si possa rispondere in maniera univoca – sostiene Sicuramente è necessario un approccio sociologico-culturale. Non avendo le competenze necessarie, azzardo una ipotesi: storicamente le rivendicazioni autonomiste dei sardi hanno portato a una serie quasi ininterrotta di disfatte. I perdenti hanno un rapporto più stretto con l’autoironia perché è uno tra i migliori mezzi per sublimare secoli di sconfitte. Inoltre la satira è una forma di aggressione violenta al potere, penso che la maggior parte di chi la produce ne sia ben cosciente e utilizzi l’autoironia per tenere sotto controllo gli impulsi di mera prevaricazione che trasformano un comico in un tribuno della plebe (ogni riferimento a fatti o persone è puramente voluto). Se esiste una fioritura della satira in Sardegna, allora c’è senz’altro anche una buona dose di autoironia.

Lercio, Feudalesimo e Libertà, Marxisti per Tabacci, Jenus: siamo di fronte a una nuova ondata di autori satirici in Sardegna?

Non so se sia esistita una vecchia ondata, a memoria non mi viene in mente nessun autore satirico sardo che abbia ottenuto fama a livello nazionale. Ci sono alcuni comici che fanno qualche incursione nella satira, come Geppi Cucciari, ma sono casi isolati. Internet e i social network hanno abbattuto i limiti geografici e consentito, a una serie di autori del tutto sconosciuti, di farsi notare. A parte i quattro citati, c’è una buona rappresentanza di sardi anche tra i componenti storici di Spinoza e altri gruppi collettivi. Ma penso che per arrivare a parlare di ondata si dovrebbero creare alcune sinergie tra i vari gruppi che consentano la creazione di spazi fisici dove cimentarsi nella satira live. Così si può passare dal web e dalla carta stampata, dove con Jenus e altri si sono senza dubbio ottenuti ottimi risultati editoriali, a produzioni audiovisive. L’incontro di ieri è stata un’occasione per parlarne e penso che con in po’ di impegno qualcosa si muoverà”. 

Francesca Mulas

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