Le due partite di Maradona a Cagliari: col Napoli e con l’Argentina al Sant’Elia

Nella straordinaria carriera di Diego Armando Maradona ci sono anche due partite disputate allo stadio Sant’Elia di Cagliari, entrambe legate al nome di Gigi Riva. Nella stagione ’86/’87 Il Cagliari stava cercando di sopravvivere dopo le fallimentari gestioni precedenti: la società era a un passo dalla scomparsa e la squadra stava sprofondando verso la serie C. Da un anno è presidente onorario, ma Riva in quella fase critica si era messo a disposizione prendendo la guida del Cagliari col sostegno di una cordata di imprenditori che voleva evitare il peggio, poi la società era stata affidata all’amministratore unico Lucio Cordeddu.

Il campionato di serie B andava a rotoli e gli stipendi tardavano ad arrivare, ma la squadra aveva concentrato tutti gli sforzi sulla Coppa Italia. A ogni turno gli spalti del Sant’Elia si riempivano sempre di più, erano gli anni in cui c’era il boom del tifo organizzato: sempre più ragazzi cominciavano a frequentare lo stadio con sciapre, striscioni e fumogeni. Dopo aver superato il primo turno, in un crescendo di foga sportiva, i rossoblù avevano eliminato il Torino agli Ottavi (pochi giorni dopo la nascita degli Sconvolts) ed erano riusciti a far fuori la Juventus ai Quarti (con Platini in campo soltanto al Comunale). Il tifo in città cresceva, così come la voglia di non smettere di sognare. Ma il destino aveva riservato ai rossoblù il peggior (o miglior, col senno di poi) avversario possibile: il Napoli che aveva appena vinto il suo primo Scudetto, guidato dal campione del mondo Diego Armando Maradona.

Era il 27 maggio 1987 e l’atmosfera nel capoluogo sardo era quella dell’evento imperdibile. L’attesa in città era tanta, sia per la storica cavalcata in Coppa Italia sia per l’arrivo del Pibe de oro in Sardegna. In tanti avevano preso d’assalto l’aeroporto l’albergo dove alloggiavano i partenopei, ma è al Sant’Elia che si era radunata una folla immensa che aveva riempito ogni settore dello stadio. Quella sera è stata uno di quei momenti che rimangono nella memoria collettiva, uno di quei riti per cui decine di migliaia di persone possono dire “Io c’ero“. I più fortunati avevamo potuto ammirare nel prepartita il suo riscaldamento circense, divenuto poi un cavallo di battaglia, e durante la partita i tamburi dei tifosi napoletani avevano scaldato il clima di grande festa che ancora non prevedeva rivalità tra le due tifoserie. Oltre cinquantamila tifosi rossoblù avevano preso d’assalto le gradinate del Sant’Elia con due obiettivi: vedere Maradona e battere il suo Napoli. Purtroppo si sono rivelate soluzioni incompatibili. I rossoblù guidati dal capitano Gigi Piras (nella foto principale) erano riusciti a resistere per quasi tutta la partita, ma ci aveva pensato proprio Maradona nel finale a segnare il gol vittoria: un guizzo col suo sinistro, sotto la Curva Nord.

La delusione per la sconfitta era stata comunque mitigata dalla certezza di aver vissuto un momento storico irripetibile e non erano mancati gli applausi per Dieguito. “Non è giusto che il Cagliari, con questo pubblico, vada in C – aveva commentato ai microfoni di Videolina mentre usciva dal campo -. Questo è un pubblico da serie A, sicuramente”. Quelle che potevano sembrare frasi di cortesia si sono rivelate profetiche perché con gli oltre 600 milioni di incasso la società era riuscita a tirare una boccata d’ossigeno ed evitare la scomparsa dal mondo del calcio. Scivolati in C1 nei mesi successivi la situazione era ancora critica, ma pochi mesi dopo i fratelli Orrù avevano preso in mano la società e da lì era cominciata la leggendaria scalata dalla C alla A che aveva portato i rossoblù dal campo sterrato di Giarre dell’88/’89 alla semifinale di Coppa Uefa con l’Inter a San Siro del ’93/’94. Seguendo la profezia di Diego.

Ma quando la scalata era ancora in corso, con il Cagliari risalito in B che puntava già alla A, c’era stata la seconda apparizione nell’Isola dell’eroe di Mexico ’86. Proprio in vista dei Mondiali successivi era stata organizzata un’amichevole tra i padroni di Casa, l’Italia di Vicini, e i campioni argentini in carica. Sulla scelta dello stadio aveva influito l’arrivo di Gigi Riva nello staff degli azzurri. Era il 21 dicembre 1989 e il Sant’Elia rimesso a nuovo veniva riaperto in tutti i settori in vista delle are estive di Italia ’90. Per uno 0-0 senza grandi tensioni in campo si erano affrontati i protagonisti di quella che l’estate successiva sarebbe stata la semifinale beffa per Zenga e gli azzurri: a guidare l’Albiceleste a Cagliari c’era un acclatamtissimo Diego Armando Maradona alla sua seconda e ultima partita giocata in Sardegna.

In seguito, tornato nel calcio che conta, il Cagliari aveva fatto in tempo a sfiorare il D10s, che purtroppo aveva saltato le due gare coi rossoblù nel ’90/’91, la sua ultima stagione in Italia. Alla seconda di campionato il Cagliari neopromosso aveva espugnato il San Paolo, complice l’assenza dell loro capitano. Nel girone di ritorno Maradona aveva giocato la prima partita contro il Lecce ma aveva saltato proprio la trasferta a Cagliari del 3 febbraio 1991. In quell’occasione era finita in pareggio e per i napoletani aveva segnato il suo erede: Gianfranco Zola. La domenica dopo Dieguito era tornato con una doppietta e nella gara successiva aveva giocato a Pisa con la maglia numero 9, passando formalmente a Zola il testimone e la preziosa numero 10. Era la fine della sua avventura in serie A: il 17 marzo era stato trovato positivo alla cocaina ed era scattata la squalifica che l’ha allontanato per sempre dal calcio italiano. Un calcio di un’altra epoca. Un calcio dove decine di migliaia di sardi avevano ammirato le sue giocate in Coppa Italia al Sant’Elia, mentre Maradona se n’è andato proprio mentre i rossoblù giocavano per quella stessa competizione, ma nella moderna desolazione di uno stadio provvisorio a porte chiuse. Nessun coro e nessuno striscione, ma niente potrà cancellare il ricordo di chi potrà continuare a gridare “Ho visto Maradona“.

Marcello Zasso

 

Ecco alcune immagini delle due partite di Maradona a Cagliari:

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