“Siamo profondamente delusi: se lo Stato avesse profuso lo stesso impegno che sta mettendo nelle denunce per cercare di arrivare ad un prezzo del latte equo, oggi parleremo di due euro al litro”. Commenta così all’Ansa uno dei portavoce dei ‘pastori sardi senza bandiere’, Gianuario Falchi, la nuova ondata di avvisi di garanzia per le proteste sul prezzo del latte del febbraio scorso. Tra Natale e Capodanno altri venti pastori hanno scoperto di essere finiti sotto inchiesta per la protesta che ha coinvolto tutta l’Isola lo scorso inverno.
“Qui si sta processando il diritto a difendere il proprio lavoro – aggiunge Falchi, uno dei circa mille pastori denunciati -, la politica deve iniziare ad occuparsi di questi cittadini onesti: siamo scesi in piazza per reclamare i nostri diritti. Ora, invece, ci stanno togliendo la libertà di esprimere i nostri pensieri. Costa sta facendo la politica in questo momento? Nessuno parla di queste denunce, né in Regione né nel Governo nazionale. Non si è dato peso alla protesta e alle persone e ancora oggi non si riesce a capire il problema”.
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