Sui controlli alla Fluorsid, per verificare la qualità dell’aria e definiti “parziali” dalla Procura di Cagliari, emerge un particolare investigativo riferito all’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale. Il particolare è contenuto nell’ordinanza del Gip Cristina Ornano che lunedì ha disposto gli arresti di tre dirigenti Fluorsid e di altre quattro persone, accogliendo la richiesta del pm Marco Cocco (qui i nomi).
Il giudice per le indagini preliminari rileva: “Dagli esiti del controllo ispettivo eseguito dall’Ispra presso lo stabilimento Fluorsid nelle date 25, 26 e 27 maggio 2015, non è secondario osservare che detta visita era stata eseguita nell’ambito di un controllo ordinario, programmato e preventivamente comunicato alla società, e non invece eseguito a sorpresa”.
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Ancora dall’ordinanza: “Nondimeno, nel corso dell’ispezione furono rilevate molteplici irregolarità, tra cui alcune gravi proprio in punto di controlli sulla qualità dell’aria e delle emissioni. Venne accertato, innanzitutto, come la Fluorsid utilizzi spazi aperti e margini di strada come aree e volumi di alcuni prodotti e materie prime; in particolare fluorite di diverse qualita, sistemate in cumuli, talvolta di altezze di alcuni metri (sino a dieci), oltre a gessi messi in aree non pavimentate, senza copertura, in palese violazione al sistema di incapsulamento prescritto dall’Aia (autorizzazione integrata ambientale). Il Gip riporta un ulteriore rilievo degli ispettori Ispra: “Constatarono la presenza di un’autobotte per l’innaffiamento che circolava nelle strade interne, ma senza poter evitare, nel complesso, una significativa polverosità dell’intera area dello stabilimento”. L’utilizzo dei cannoni spara-acqua torna diverse volte nell’ordinanza del Gip. Perché nelle aziende che producono scarti di lavorazione polverosi, è obbligo “bagnare il terreno, soprattutto nei giorni più ventosi, per contenerne la dispersione nell’aria“.
Alessandra Carta
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