“Io, tradito da Goveani e braccato dall’Agenzia delle entrate”

Non ci stanno ad essere considerati inadempienti o evasori i cittadini che hanno versato regolarmente le imposte al notaio Roberto Goveani, sospeso dalla professione dall’ordine nazionale dei notai, per l’ammanco delle imposte versate sugli atti stipulati nel suoi studi tra Olbia e Nuoro. Adesso che si è alzato il sipario sulle vicende del professionista, la rabbia sale e i clienti che da mesi cercano di capire che fine abbiano fatto i loro versamenti, dopo la notifica dell’Agenzia delle entrate, parlano. Le parole contro Goveani sono pesanti e poco disposte alla tolleranza e alle giustificazioni. Anche nel nuorese affiorano le storie dei clienti del notaio di Pinerolo. Ve ne proponiamo una. Ce la racconta il signor Antonio (il nome è fittizio), un pensionato nuorese che di recente ha avuto a che fare con il “professionistra infedele”.

“Ai primi di ottobre l’Agenzia delle entrate mi recapita una comunicazione nella quale mi si richiede di provvedere al pagamento di una sanzione per il ritardo nel pagamento delle imposte dovute allo Stato, in seguito alla stipula dell’atto di acquisto di un terreno nell’agro di un paese della provincia di Nuoro, avvenuto nell’estate 2012. La cifra che lo Stato mi chiede per questa “inadempienza” non mia, è di quasi 7mila euro”.

Dunque al signor Antonio non solo gli capita la disavventura di avere a che che fare con il notaio che è stato negligente nei suoi confronti (versando in ritardo ciò che lui aveva puntualmente pagato), ma ora è lo Stato che lo bersaglia chiedendogli di pagare una sanzione per una inadempienza non sua: “Con disappunto e sconcerto – prosegue il pensionato – decido di portare direttamente la lettera presso gli uffici del notaio Goveani di Nuoro. Trovo un’impiegata disponibile ad accogliermi. Dopo aver letto la lettera l’impiegata mi rassicura dicendomi che si tratta di un disguido. Nel frattempo attendo notizie, ma le uniche che arrivano sono quelle della stampa di questi giorni, dalle quali si capisce che di rassicufante c’è ben poco”. Insomma i cittadini che si sono rivolti a Goveani si sono bruscamente svegliati e hanno capito che presso gli studi del notaio sono stati probabilmente derubati a loro insaputa.

“La rabbia sale – dice il pensionato – perché noi ci sentiamo parte lesa mentre l’Agenzia delle entrate ci considera corrisponsabili. Lo devono capire che a questo punto il disorientamento del cittadino è totale. Noi auspiachiamo che l’Agenzia delle entrate vada a recuperare le somme dal malversatore, non si deve accanire contro chi ha già fatto il proprio dovere . Se lo Stato ha ‘usato’ come suo sostituto d’imposta un professionista disonesto, che se ne assuma la responsabilità pagando per l’errore. L’altra via è che sia l’ordine professionale a risarcire i cilenti truffati da loro professionisti che non sono stati onesti e a cui hanno dato il tesserino di professionista. Perché dovrebbe essere il cittadino indifeso a sbrogliare una matassa di questo tipo?”.

Ma i clienti truffati dal notaio Goveani, tra Nuoro e Olbia, pensano anche una class action per poter tutelare i loro interessi. Potrebbero anche rivolgersi alle associazione dei consumatori, sempre che riescano a breve a trovare una linea comune. Dopo che il caso è uscito sulla stampa, c’è da prevedere che domattina i clienti del notaio già alle prese con la truffa, ma anche quelli a cui non è ancora arrivata la notifica dell’Agenzia delle entrate , si riversino in massa negli studi di Olbia e Nuoro.

“Di sicuro c’è che domattina mi presenterò di nuovo agli uffici di Nuoro – aggiunge il pensionato -. Se non avrò risposte chiare, mi recherò direttamente alla Procura della Repubblica e al Comando provinciale della Guardia di Finanza e sporgerò denuncia contro Goveani. Sappia però lo Stato che un episodio come questo trascina nel fango l’intera categoria dei notai: saranno in molti, sia tra quelli che hanno già stipulato atti, ma anche tra chi ne stipulerà di nuovi, a volerci vedere chiaro nelle azioni dei professionisti di cui ormai non ci si fida più”.

La rabbia dunque si estende all’intera categoria e ci si chiede in casi come questo, se abbia un senso che la figura del notaio funga da sostituto d’imposta. La vicenda del notaio di Pinerolo in Barbagia, evoca il ruolo dell’ avido esattore fiscale che vessava la popolazione nuorese in epoca spagnola. La reazione che ne conseguì fu rappresentata dal pittore Mario Delitala nella sua opera dal titolo “La cacciata dell’arrendadore” noto ai nuoresi come “Processo barbaricino”. Un’ opera – esposta nella sala consiliare del comune di Nuoro – che documenta la giornata del 6 gennaio del 1772, quando l’assemblea muncipale barbaricina, col supporto dell’intera popolazione, cacciò l’odiato esattore delle tasse che vessava con pesanti ‘arrende’ i sudditi. E con lui fu destituito il marchese di Orani, inibendo ad entrambi il rientro nel centro barbaricino, pena la morte immediata.

Questa è una pagina di storia della Sardegna interna e non ha sicuramente niente a che fare con la vicenda di Goveani e dei suoi clienti, ma fa riflettere sulla rabbia dei cittadini onesti quando si sentono raggirati. Il pensionato nuorese non ha certo propositi vendicativi e commenta così la storia evocata dal dipinto di Delitala: “Qui non si tratta di volere la morte di qualcuno, si tratta semplicemente di chiedere a questo qualcuno di pagare il danno ai suoi clienti danneggiati. Non chiediamo altro, solo giustizia”.

Maria Giovanna Fossati

 

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