È nato esattamente un secolo fa, a Sassari, il 15 novembre del 1918. Oggi Vittore Bocchetta (nella foto), già illustre colloboratore di questa testata con il suo blog Testimone del nostro tempo, raggiunge il traguardo dei cento anni: è stato scultore, pittore, scrittore, accademico ma soprattutto antifascista ed esponente della Resistenza. Una vita avventurosa la sua, e sempre schierata. Dopo l’infanzia e l’adolescenza trascorse in Sardegna – tra Sassari e Cagliari – parte per la penisola, a Verona da cui farà la spola con Firenze. Per le sue idee sarà segnalato, nel 1941, alle autorità fasciste. Da lì il suo impegno sempre più marcato fino all’arresto. E alla deportazione, con il triangolo rosso sul braccio, in due diversi campi di concentramento tedeschi: prima Flossenbürg, poi Hersbruck. Aveva 26 anni: riuscirà a sopravvivere, poi a fuggire, fino al rientro in Italia nel 1945. Nel dopoguerra emigrerà nel Sud America: Argentina e Venezuela dopo l’arrivo della dittatura di Péron nel 1954. Svariate le sue occupazioni: giornalista, insegnante, scultore. Sarà soprattutto negli Stati Uniti che lavorerà come artista con molti riconoscimenti. Al ritorno in Italia inizia a pensare dopo gli anni Settanta. Dal 1989 si trasferisce di nuovo nella sua Verona, scrive la sua prima autobiografia e si occupa con grande energia di diffondere la memoria e della Resistenza.
