Una consulenza irripetibile è stata ordinata dal pubblico ministero Giangiacomo Pilia nell’ambito di un’indagine sulle fiammate nella raffineria della Saras di Sarroch nata da un esposto dell’inverno scorso e che punta a far luce sui cosiddetti scarichi a blow-down, ovvero il sistema che dovrebbe filtrare le sostanze pontenzialmente inquinati.
Per consentire l’affidamento della consulenza e verificare se le fiammate dei braceri e i fumi causino inquinamento, il pm ha notificato al presidente e amministratore delegato della raffineria, Settimio Guarrata, e al responsabile del servizio Salute, ambiente e sicurezza, Walter Cocco, la facoltà di nomina di un consulente di parte che affiancherà quello della Procura. I due dirigenti sono così stati iscritti nel registro degli indagati, ma come atto dovuto per consentire la nomina del collegio peritale.
Il prossimo 4 aprile i consulenti tecnici, l’ingegnera Paola Russo e l’ingegner Rodolfo Araneo, sono stati convocati nell’ufficio del pubblico ministero. Nel dettaglio, il pm vuole stabilire innazittutto se ci sia stato inquinamento dal gas sprigionato dalle torce, con fumate nere, dal 2019 ad oggi, e stabilire eventuali responsabilità.
L’atto di garanzia è stato notificato anche ai referenti delle associazioni ambientaliste che hanno inviato l’esposto dopo le fumate nella raffineria dell’inverno scorso: Lidia Frailis, presidente dell’associazione Donne Ambiente Sardegna, difesa dall’avvocata Alessandra Nocco del Foro di Cagliari, e Angelo Cremone, portavoce dell’associazione Sardegna Pulita, seguito dall’avvocato Riccardo Schirò.