Gli operai dell‘Igea, società in house della Regione, che ieri mattina all’alba hanno occupato il pozzo 2 nella miniera di Campo Pisano, a Iglesias, accettano di parlare. Sono fiduciosi ma non intendono in alcun modo abbassare la guardia: “Abbiamo saputo che forse ci pagheranno uno stipendio – urla uno di loro, irriconoscibile come gli altri per il passamontagna calato sul viso – ma non ci fidiamo”. “Troppe volte abbiamo ricevuto promesse – aggiunge un suo compagno- sempre disattese”. “Cappellacci ci ha preso in giro – denuncia un altro – e alla Regione non possono dire che non sapevano quello che succedeva qui all’Igea perché i fuoristrada, ad esempio, sono stati acquistati con i soldi della Regione e oggi sono fermi perché hanno i serbatoi vuoti”. Si fa avanti un altro per chiarire il motivo della protesta: ” A noi non interessano le indagini della Magistratura, che deve fare il suo corso. Noi chiediamo solo di poter lavorare e di avere uno stipendio fino a quando la nuova agenzia Arbam diventerà operativa. Poi si vedrà. La nostra è stata una iniziativa spontanea dettata dall’incertezza del domani e dall’esigenza di sfamare le nostre famiglie e da qui non intendiamo muoverci fino a quando non ci saranno impegni precisi”. E non sarà certamente un soggiorno da grand hotel quello che si apprestano ad affrontare, in un ambiente freddo e angusto, fra trasformatori, pompe e quadri elettrici, con i tavoli ricavati da enormi bobine e i letti fatti di blocchi di polistirolo. Non mancano neppure i toni polemici nella dichiarazione di un altro operaio: ” non accettiamo e le rigettiamo al mittente le critiche che vengono mosse contro questa società, facendo di un erba un fascio, da chi fino a poco tempo fa ha avuto rapporti e vantaggi economici con Igea”. Insomma la stagione dei veleni e della resa dei conti è iniziata ma gli operai non ci stanno a fare da capro espiatorio: ” Chi ha responsabilità deve pagare, ma gli operai non possono pagare per le colpe di altri”.
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Intanto la presidenza della Giunta regionale ha convocato per questo pomeriggio alle 15.30 la direzione dell’Igea e gli assessorati dell’ambiente e dell’industria per affrontare, da un punto di vista tecnico, la difficile questione della partecipata regionale che dovrebbe occuparsi delle bonifiche minerarie.
L’occupazione ha ottenuto anche un altro effetto, quello di ricompattare il sindacato e i lavoratori che questa mattina si sono stretti intorno ai colleghi in una assemblea aperta, durante la quale hanno ricevuto le visite dei Consiglieri regionali del territorio freschi di nomina Pietro Cocco, Rossella Pinna e Gigi Rubiu. Secondo Rossella Pinna, ex sindaco di Guspini e quindi profonda conoscitrice della realtà mineraria, “È necessario che Igea dismetta il patrimonio immobiliare che non è funzionale alle attività delle bonifiche. Ci sarà poi da chiarire anche il ruolo della Ati Ifras. Per quanto riguarda poi i dipendenti Igea, continua il neo consigliere, nulla osta che essi stessi diventino delle guide turistiche ma bisogna chiarire i ruoli di ciascuno”. Emanuele Madeddu, delegato sindacale del sito di Furtei non ha dubbi sul da farsi: ” le bonifiche devono restare in mano pubblica. Abbiamo visto cosa è accaduto a La Maddalena. Con i siti minerari non possiamo permetterci altri errori “.
Carlo Martinelli