“Purtroppo ci duole evidenziarle che, a tutt’oggi, le scriventi organizzazioni sindacali non hanno ricevuto da parte del presidente della Regione neppure riscontro alle proprie reiterate richieste d’incontro”, richieste “avanzate, quanto meno, allo scopo di adempiere alle competenze demandate dai decreti del Governo. Siamo forse, tristemente, l’unica Regione in Italia in cui questo accade”. Si legge così in una lettera che Cgil, Cisl e Uil hanno spedito al prefetto di Cagliari, Bruno Corda, sollecitando al chiusura di tutti gli uffici pubblici, visto che “le vicende legate al contagio da Covid-19 in Sardegna stanno progressivamente evolvendo verso una maggiore diffusione”.
I confederali chiedono al prefetto “un incontro urgente” proprio per definire le misure “a tutela della salute pubblica“, alla luce “dell’alta incidenza di contagi presso i presidi ospedalieri e in ambito sanitario più in generale, come anche in luoghi di lavoro pubblici e privati a maggiore concentrazione di addetti. Per le tre sigle è necessario “esaminare le problematiche presenti e promuovere le più opportune iniziative da adottare, a cominciare dal necessario coordinamento delle attività di monitoraggio e di vigilanza. Le ultime evidenze in ordine di tempo – è scritto ancora – preoccupano particolarmente, con casi di quarantena disposte nello stabilimento Eni di Porto Torres, ove gli impianti stanno marciando comunque al minimo, e nella raffineria Saras di Sarroch, dove invece è presente una grande concentrazione di lavoratori per la manutenzione programmata degli impianti e dove sembra si siano già verificati i primi casi”. I sindacati fanno notare ancora: “Nel settore pubblico si rileva altresì la recente chiusura degli uffici Aspal di Cagliari per rilevazioni di positività al virus da parte di alcuni lavoratori”.
Ancora dalle lettera: “Facciamo presente inoltre che è diffusa in diverse realtà di lavoro di piccole e medie dimensioni, in tutti i settori, una conduzione delle attività con scarse o, talvolta, inesistenti misure di prevenzione, tra quelle prescritte. In tale fattispecie poi la situazione di grande esposizione dei lavoratori del sistema sanitario, diretti e anche delle imprese d’appalto, spesso sprovvisti o maldotati, tutti, degli indispensabili dispositivi di protezione individuale, rappresenta una vera e proprio emergenza nell’emergenza”.