I ragni velenosi in Sardegna, l’esperto: “Ecco quali sono e come difendersi”

Attenzione in campagna ma anche quando si entra in scantinati, magazzini e luoghi poco frequentati dall’uomo. È qui che potreste fare incontri non troppo piacevoli: la malmignatta nel primo caso e il ragno violino nel secondo. Sono i due ragni pericolosi presenti in Sardegna. Parola di esperto. Parola di entomologo. Ignazio Floris è ordinario al Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. “I rischi per l’uomo – dice – ci sono: si può rendere necessaria la cura con antibiotici. Ma si va incontro alla morte solo nei casi in cui una persona sia già debilitata o soffra di precedenti problemi di salute”.

Floris parla dopo la disavventura del ragazzo morso da un ragno violino a Sassari, una specie che si credeva presente anche al parco dell’Ex Vetreria di Pirri, ma si sono rivelati infondati i timori lanciati via chat nei giorni scorsi. “Periodicamente, quando succedono queste cose, scatta l’allarme perché fatti del genere destano un po’ di preoccupazione soprattutto tra i genitori – spiega Floris -. In realtà i ragni in questione attaccano solo per difendersi, se avvertono un qualche rischio”. Non meno pericolosi, a dirla tutta, sono zecche e altri insetti: “Fanno parte degli artropodi e nella nostra Isola quelli dannosi per l’uomo sono tantissimi. Ma se ci limitiamo ai ragni le uniche specie da tenere d’occhio sono due: la malmignatta, detta anche vedova nera mediterranea e conosciuta come argia o arza, e il cosiddetto ragno violino”.

Malmignatta o vedova nera mediterranea

Come accorgersi del morso di uno di questi ragni e come curarne le conseguenze? “Sicuramente non come si faceva in passato nel sud Italia quando, per curare il morso della tarantola si improvvisava un ballo ritenuto terapeutico”, ironizza Floris. Che precisa: “Recarsi dal medico quando siamo in presenza di determinati sintomi è sicuramente buona norma”. Ma occorre fare le dovute differenze e capire quali sono questi sintomi: “La malmignatta morde iniettando un veleno che provoca arrossamento, un malessere generale, febbre, crampi. Si tratta di una reazione importante in tutti i soggetti. Ancor più in quelli ipersensibili, ad esempio a livello cardiaco, perché può essere anche fatale. Anche i bambini possono essere considerati più a rischio rispetto agli adulti. Un consiglio è quello di andare subito al pronto soccorso. L’argia – prosegue l’entomologo è un ragno abbastanza comune in Sardegna. Lo troviamo soprattutto nella Nurra e nell’Oristanese. È facilmente riconoscibile: ha un corpo corpo nero di circa un centimetro con 13 macchioline rosse e le zampe lunghe, vive soprattutto in campagna, si annida sotto le pietre, costruisce le sue tele a terra”.

Il ragno violino

Discorso in parte diverso per il ragno violino.È una specie più subdola, più difficile da riconoscere come ragno velenoso. Il corpo è di colore bruno chiaro e sul dorso ha un disegno che ricorda un violino. Non è un ragno grande, stiamo parlando di 7-8 millimetri più le zampe. Può vivere anche all’interno delle abitazioni, negli ambienti poco frequentati come scantinati e magazzini. Si annida dietro mobili, angoli e scale. Morde solo se viene disturbato, ma nel caso di questo ragno il dolore è molto più forte: la reazione è localizzata e provoca delle vesciche, poi si evolve con un forte arrossamento, tumefazione e una necrosi delle cellule molto evidente. Può formarsi anche un’ulcera ma il danno dipende dalla quantità di veleno iniettata. La prima reazione si ha tra le 24 e 48 ore dal morso. La guarigione, nei casi gravi, può richiedere anche sei-otto mesi”. I consigli per la cura? “Recarsi dal medico che in questo caso potrà somministrare anche antibiotici”.

Non sono ragni ma meritano considerazione anche le zecche, in Sardegna molto comuni durante l’estate: “Il morso della zecca all’inizio passa inosservato perché non provoca dolore immediato. Il problema si pone perché la zecca è un vettore di diversi agenti patogeni, può cioè trasmettere malattie all’uomo. Chi si accorge di avere una zecca addosso dovrebbe toglierla facendo molta attenzione. Una delle prassi è cospargere la pelle d’olio per bloccare la respirazione della zecca. Ma non sempre è efficace perché la zecca potrebbe rigurgitare il veleno. La pratica corretta invece è utilizzare una pinzetta e agire subito: staccare la zecca facendo attenzione alle zampe e andare dal medico per verificare se c’è stata un’infezione”.

In generale per evitare disavventure vale la regola della prevenzione. “Per quanto riguarda il caso del ragno violino  – conclude Floris – è bene tenere gli ambienti il più puliti possibile perché la presenza dell’uomo lo allontana. Nel caso delle zecche chi abita in campagna dovrebbe fare delle opportune disinfestazioni. Sempre valido inoltre, per scoprire se siamo ipersensibili al veleno di ragni o imenotteri (api, ad esempio) un test cutaneo. Nel caso una persona sia ipersensibile l’unica cosa davvero utile è avere con se un apposito farmaco salvavita”.

Andrea Deidda

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