Un esposto-denuncia contro ignoti sarà presentato nei prossimi giorni alla Procura di Nuoro dall’avvocato Gianfranco Flore, il legale che tutela il pastore di Posada Carlo Careddu, scampato per miracolo alla piena della diga di Maccheronis, svuotata in parte dall’acqua contenuta nell’invaso a causa delle piogge di questi ultimi giorni. Lui si è salvato assieme al cane, ma il suo gregge di 80 pecore è morto nell’inondazione. E adesso Careddu vuole giustizia. “È incomprensibile l’apertura delle paratie in un giorno che non pioveva e spirava un forte vento di scirocco con la foce a mare chiusa: una manovra quantomeno incauta – spiega l’avvocato Flore all’Ansa -. L’ondata di piena avrebbe potuto provocare ben altre conseguenze, e non solo nei confronti del mio cliente. Una vicenda sulla quale ritengo che la Procura debba far luce. Una volta raccolta tutta la documentazione scriverò e presenterò l’esposto“.
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Il piano di scarico, secondo il legale, avrebbe dovuto essere eseguito “con un congruo preavviso di ore, ma qualcosa nell’informazione si è inceppato, perché di fatto il mio cliente non è stato avvisato”. “Il danno economico per Careddu è rilevante, ma è ben più grave il fatto che abbia rischiato la vita e che l’avrebbero potuta rischiare anche altri: nella piana del rio Posada, dove l’acqua è stata scaricata, non è rara la presenza di camper e di pescatori – sottolinea l’avvocato – Dopo quanto accaduto con l’alluvione del 2013, quando l’esondazione ha provocato la morte di una anziana di Torpé, sarebbe consigliata maggiore prudenza da parte di chi gestisce la materia”.