Aperta la diga, l’onda uccide 80 pecore. Il pastore: “Siamo vivi solo il cane e io”

Ottanta pecore uccise dall’acqua rilasciata dalla diga Maccheronis, a Torpè, nel Nuorese. Un intero gregge travolto e sterminato. È successo a Posada, in località Is Craios, a meno di cinque chilometri di distanza dal bacino artificiale. A perdere gli animali è stato un allevatore della zona, Carlo Careddu. Distrutto anche l’ovile (nella foto di copertina), dove c’era la mungitrice col catturante, una sorta di gabbia usata per fermare le pecore mentre viene prelevato il latte.

L’incidente è avvenuto intorno a mezzanotte. “Solo io e il cane ci siamo salvati – dice il pastore -. In questo periodo stavo dormendo insieme agli animali perché avevo tanti agnelli e temevo i furti”. Invece nessun ladro in azione. Careddu ha perso il gregge per colpa di un corto circuito amministrativo: nessun ente ha comunicato alla cittadinanza l’apertura della diga col conseguente rilascio di acqua. Il risultato, in questo caso, è la mattanza di ottanta pecore.

“Ho già dato mandato a un legale per accertare le responsabilità dell’accaduto”, racconta a Sardinia Post l’allevatore di Posada. Il simbolo della sua giornata è il suo cane pastore che mangia su due piatti di plastica. “Tutto quel che mi è rimasto dopo la tragedia di stanotte”. La diga è gestita dall’Enas. Spetterà all’avvocato capire cosa è successo nella comunicazione tra l’Ente sardo delle acque e i Comuni. Il primo a raccontare il disastro di Posada è stato su Facebook Giorgio Fresu, candidato sindaco alle Amministrative del 2020.

Ecco le immagini del gregge sterminato e del cane:

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