C’è una nuova richiesta di rinvio per Luca Palamara, accusato di corruzione dalla Procura di Perugia guidata dall’ex capo Raffaele Cantone, ex capo di Anac, l’Autorità nazionale per l’anticorruzione. I magistrati umbri contestano a Palamara il fatto di aver messo a disposizione di due imprenditori “le sue funzioni e i suoi poteri” in cambio, tra l’altro, della partecipazione a “un affare molto vantaggioso”, dell’uso gratuito di due scooter e di soggiorni a Capri e a Roma.
La richiesta di un nuovo processo contro l’ex presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) è un filone sardo del lavoro investigativo. “Un affare molto vantaggioso” che, secondo la Procura perugina, riguarda la partecipazione nel Kando beach, stabilimento nel litorale di Olbia, a Porto Istana, di cui Palamara sarebbe stato socio occulto di Andrea De Giorgio, commercialista e amministratore unico, e di Federico Aureli, titolare una concessionaria di moto. Sia il primo che il secondo vengono considerati amici di lunga data dell’ex Pm sotto accusa.
Nel Kando beach, Palamara è considerato dalla Procura un socio occulto, anche se ieri i suoi avvocati, Benedetto Buratto e Roberto Rampioni, hanno smentito la circostanza e detto che il loro assistito “non ha la titolarità di alcun lido in Sardegna, essendosi più modestamente limitato ad acquistare nell’interesse dei figli una piccola quota, per un valore di 23 mila euro, di un chiosco adibito alla vendita di panini, gelati e bibite senza alcuna velleità imprenditoriale”.
Di la Kando beach sr, sempre stando alla ricostruzione della Procura, aveva rilevato a Porto Istana un bar-caffè sulla spiaggia “di cui Palamara partecipava alla gestione degli utili per non avendo corrisposto alcun importo”. E proprio sullo stabilimento sono emerse anche intercettazioni telefoniche tra De Giorgio e Palamara nelle quali l’ex Pm si lamenta del fatto che “la spiaggia” del Kando sia “una vergogna” per la presenza di giocattoli, canotti e ciabatte, “la spiaggia libera è dieci volte più ordinata”.
Il potere che Palamara avrebbe esercitato riguarda “il buon esito” di un procedimento penale al Tribunale di Roma a carico di due congiunti di Aureli. Sempre stando a quanto scritto nella richiesta di rinvio a giudizio, c’è poi il filone di Capri con soggiorni che a Palamara sarebbero stati offerti da un altro imprenditore, Leonardo Manfredi Ceglia, con lo stesso obiettivo di ottenere un ‘aiutino’ per un procedimento penale e una causa di separazione.
La storia del Kando beach comincia nel 2016 con la costituzione della srl. De Giorgio ha ammesso che era prestanome di Palamara. È lo stesso amministratore unico che nel 2017 fa con l’ex Pm quello scambio di messaggi finito agli atti, tra cui una giornata di pessimi guadagni, “appena trecento euro, speriamo che nel weekend vada meglio”.