La Corte d’assise di Cagliari, presieduta da Paolo Costa, ha confermato la condanna a vent’anni per Joselito e Michael Marras, padre e figlio di 53 e 28 anni, di Dolianova, accusati dell’omicidio di due allevatori calabresi, i fratelli Massimiliano e Davide Mirabello, di 35 e 40 anni, uccisi il 9 febbraio 2020 nelle campagne del paese. È stata così accolta la richiesta del sostituto Pg, Michele Incani, che aveva sollecitato la riconferma della pena decisa in primo grado decisa dal gup del Tribunale, Giorgio Altieri.
A presentare ricorso in appello erano stati gli avvocati Patrizio Rovelli e Maria Grazia Monni, difensori dei due imputati. Confermata anche la condanna a due anni per Stefano Mura, difeso dai legali Gianfranco Trullu e Doriana Perra. Nel suo caso il Pg aveva sollecitato 2 anni e 8 mesi: il 43enne, anche lui di Dolianova, è accusato di favoreggiamento per un coltello ritrovato nei pressi del luogo del delitto.
Secondo l’accusa, dopo l’omicidio – collegato a minacce e tensioni di vicinato tra allevatori – Joselito e Michael Marras avrebbero gettato i corpi dei due fratelli nella macchia mediterranea, alla mercé di volpi e cinghiali. Erano stati trovati un mese più tardi, quando i carabinieri, al termine delle indagini coordinate dal pm Gaetano Porcu, avevano arrestato padre e figlio. A quel punto, il genitore aveva ammesso il duplice delitto, facendo trovare i corpi, ma scagionando completamente il figlio. Per il Pg Incani, invece, anche il giovane avrebbe preso parte al fatto di sangue.
Soddisfatti della sentenza, pur in lacrime, i familiari dei due allevatori uccisi, costituitisi parte civile con gli avvocati Salvatore Sorbilli e Gianfranco Piscitelli. In giudizio anche l’avvocato Antonello Spada che tutela l’associazione Penelope: per un mese i suoi iscritti avevano cercato i due fratelli quando ancora risultavano scomparsi.