Fondi gruppi, assegni col beneficiario cambiato: caccia al falsario del Pdl

La Procura di Cagliari è al lavoro per capire chi, nel Pdl, abbia falsificato l’assegno numero 081093170, datato 23 dicembre 2010, come ricostruito dal perito Simona Boy, nominata nei mesi scorsi dai giudici della Prima sezione penale. Il fatto è emerso nell’udienza del 23 marzo scorso, durante il processo contro l’ex capogruppo Mario Diana, accusato di peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi della massima assemblea sarda, di cui è titolare il pm Marco Cocco. E adesso è ufficialmente aperta la caccia al falsificatore che, necessariamente, è una persona organica al partito, essendo accertata la corrispondenza tra lo stesso assegno e il numero del conto del Pdl.

Il cheque in questione, da 6mila euro, risulta intestato alla Paoletti orologi srl, titolare dell’omonima gioielleria cagliaritana. Venne utilizzato per comprare due Rolex. Un’accusa, questa, che Diana ha sempre respinto, sia nel corso della sua deposizione del 27 novembre scorso che attraverso il legali Massimo Delogu e Pierluigi Concas. Di qui la richiesta di perizia calligrafica che è stata accordata dai giudici. Il tecnico incaricato di esaminare l’assegno ha scritto: “Ci sono segni di abrasioni e cancellature, in particolare nella riga destinata all’indicazione del beneficiario”. E quello originario sarebbe stato la Ricoservice, una delle società fornitrici del Pdl, proprietà di Riccardo Cogoni che nel 2013 finì in carcere insieme allo stesso Diana e a Carlo Sanjust.

Sull’assegno falsificato il perito ha accertato l’esistenza “di tre penne differenti”. Di cui una è certamente quella che di Diana che non ha mai negato di aver firmato l’assegno, ma ha sempre sostenuto di non aver autorizzato l’acquisto di Rolex. Nella perizia si legge infatti: “A parte la sottoscrizione, che è stata riconosciuta dall’imputato, tutte le alte scritture, cifre e quant’altro, non sono riferibili alla mano di Mario Diana”.

Di chi sono allora le altre due penne con le quali è stato compilato l’assegno? Una è riconducibile con certezza all’impiegato del partito, Alessandro Pusceddu, sentito come teste nel corso del processo e di cui scrive il perito ha rilevato la conformità della grafia tramite “la lettera del 26 novembre 2013 a firma di Pusceddu”, ha scritto ancora il tecnico incaricato. Resta invece da capire chi sia intervenuto sulla falsificazione, “una modifica” del beneficiario “apposta molto probabilmente all’epoca” dell’emissione dello stesso assegno, “a penna”. E il lavoro del perito potrebbe non essere concluso, visto che Diana, tramite i suoi avvocati difensori, contesta anche la correttezza di altri assegni.

Se la Procura dovesse riuscire ad accertare l’identità del falsario, è scontata una nuova iscrizione sul registro degli indagati, nell’ambito di un’inchiesta che non ha mai smesso di riservare sorprese da quando, nel 2009, partirono i primi venti avvisi di garanzia per peculato. Da allora sono stati un’ottantina i politici coinvolti.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE: Il dossier sui fondi ai gruppi del Sardinia Post magazine

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share