Fase 2, sindacato balneari in rivolta: “Regole assurde, pronti alla serrata”

“Le linee guida dell’Inail sono inapplicabili sulle nostre spiagge, le dimensioni delle nostre concessioni sono un’inezia rispetto a quelle in ambito nazionale”. Non nasconde la sua preoccupazione il segretario regionale del sindacato balneari Sib, Claudio Del Giudice: “Siamo pronti alla serrata perché non è possibile che da noi si applichino parametri adatti ad altre zone d’Italia”. Il responsabile dei balneari di Confcommercio ha tirato fuori l’ascia di guerra da sotto la sabbia: “Dobbiamo cominciare a camminare con le nostre gambe: pensare a livello regionale con la propria testa – continua Del Giudice -, la Sardegna ha il 25 per cento delle coste italiane: dovremmo essere noi capofila dell’innovazione in ambito costiero e demaniale”.

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Se le regole arrivate da Roma sono considerate inapplicabili, il sindacato Sib attacca anche la politica sarda per le proprie responsabilità: “Abbiamo più volte chiesto un incontro alla Regione per un tavolo tecnico di crisi: le leggi sono fatte da chi sta dietro una scrivania e dovrebbero ascoltarci per fare sintesi. Invece non abbiamo mai sentito Solinas, né per interpellarci né per almeno spiegarci le decisioni: parla di passaporto sanitario, ma solo astrattamente perché non c’è niente di concreto: si gioca con la sintassi senza trovare soluzioni concrete ai problemi”. Il presidente della Regione ha detto che la riapertura delle spiagge sarde potrà arrivare tra una decina di giorni, sollevando perplessità sulla possibilità di rispettare nell’Isola le linee guida nazionali: Solinas ha annunciato che cercherà una soluzione col Comitato tecnico scientifico e con gli operatori.

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“Non siamo solo quelli che vendono l’ombra, rappresentiamo il 15 per cento del Pil turistico regionale e nazionale – continua Del Giudice -, in Sardegna le concessioni demaniali a scopo turistico ricreativo non sono solo ombrelloni e lettini ma anche alberghi, ristoranti, diving, bar e sale da ballo”. La stagione estiva 2020 sarà comunque compromessa dall’emergenza coronavirus e sembra difficile che le soluzioni da adottare per tenere distanti i bagnanti possano accontentare tutti. “Se su un bus di Milano possono salire decine di passeggeri con la mascherina – si domanda il segretario regionale dei balneari -, com’è possibile che in spiaggia si debbano tenere cinque metri di distanza tra le persone? La maggior parte delle concessioni in Sardegna sono piccole e con prescrizioni così rigide risulta impossibile aprire un’attività: non sarebbe economicamente sostenibile“.

Le linee guida dell’Inail, che dettano la linea ai provvedimenti del Governo centrale, fissano le regole per tutte le concessioni balneari ma le differenze tra la Sardegna e il resto d’Italia sono palesi. Secondo il Rapporto spiagge 2019 di Legambiente nell’Isola le spiagge libere sono l’80 per cento, mentre in regioni come Emilia Romagna e Liguria solo il 30 per cento della sabbia è a disposizione dei bagnanti che non vogliono pagare per andare a prendere il sole: a Rimini gli stabilimenti balneari occupano il 90 per cento dell’arenile. Lungo il perimetro dell’Isola ci sono più di 1.800 chilometri di coste (compresi poli industriali, porti e poligoni militari) e – secondo il dossier Legambiente – sono 595 i chilometri di sabbia.

A Cagliari si è sollevato un polverone per una proposta azzardata dalla Confesercenti che ha ipotizzato un sistema per contingentare gli ingressi nella chilometrica spiaggia del Poetto. L’idea ha scatenato grandi polemiche sui social, aizzando anche i complottisti, fino a spingere l’associazione di categoria e ritirarla per evitare ulteriori polemiche, mentre si cercano comunque soluzioni per gli accessi in sicurezza alle spiagge. “In altre Regioni adottano sistemi a pagamento, ma quelle sono altre realtà – commenta Claudio Del Giudice -, noi vogliamo che la spiaggia sia fruibile a tutti”. Rassicurazioni sono poi arrivate dal presidente della Regione, Christian Solinas, che ha assicurato che non si dovrà pagare nelle spiagge libere.

Se nella Penisola l’immagine del mare e spesso associata allo stabilimento balenare e ai servizi, in Sardegna ci sono spiagge meravigliose dove si può stare a diversi metri di stanza dagli altri bagnanti anche in altissima stagione e i litorali più apprezzati sono quelli incontaminati e senza parcheggio in riva al mare. Questa potrebbe essere un’arma da sfruttare per rilanciare il turismo nell’Isola in questa stagione comunque compromessa: se le linee guida dell’Inail possono essere applicabili in grandi spazi come il Poetto o alla Pelosa, lungo le coste sarde si trova sempre un tratto di spiaggia o una scogliera dove passare una giornata al sole. Mantenendo le distanze di sicurezza.

Marcello Zasso

[Tutte le foto sono state scattate in piena estate]

 

 

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