Fase 2, l’Inail: nei locali tavoli distanti. In spiaggia si entra con la prenotazione

Sì a pranzi e cene in ristorante, ma con uno spazio minimo di quattro metri quadrati per ogni cliente. Sì anche alla tintarella in spiaggia ma con la prenotazione obbligatoria e niente giochi di gruppo e sport di squadra. Sono queste le novità principali previste dalle linee guida pubblicate da Inail (Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro) e Iss (Istituto superiore di sanità) per le riaperture nei settori della ristorazione e della balneazione fin tanto che l’emergenza coronavirus non sarà passata.

I due documenti hanno ottenuto il via libera del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza e hanno lo scopo di garantire la ripresa delle attività tutelando allo stesso tempo la salute dei lavoratori e delle altre persone.

Sul fronte di locali e ristoranti, l’aspetto più complesso da affrontare riguarda il distanziamento tra le persone. “Non è evidentemente possibile l’uso di mascherine da parte dei clienti – si legge in una nota dell’Inail -. Lo stazionamento protratto, inoltre, in caso di soggetti infetti può portare alla contaminazione di stoviglie e posate”. Un altro aspetto da considerare è il ricambio dell’aria e la ventilazione dei locali, anche in relazione ai servizi igienici, spesso privi di aerazione naturale. La soluzione prospettata è quella di  rimodulare la disposizione dei tavoli e dei posti a sedere, definendo a priori una capienza massima “che preveda uno spazio di norma non inferiore a quattro metri quadrati per ciascun cliente”. L’alternativa proposta sono le barriere, probabilmente in plexiglass. La prenotazione obbligatoria viene indicata come ulteriore strumento di prevenzione, utile anche per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dai locali.

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Capitolo balneazione. La strategia da adottare in questo caso riguarda sia le spiagge libere sia gli stabilimenti balneari. Con una premessa: “Le aree costiere sono molto differenti tra loro, è quindi opportuna l’adozione da parte delle autorità locali di piani che permettano di prevenire l’affollamento delle spiagge, anche tramite l’utilizzo di tecnologie innovative”. Insomma a livello locale la gestione passa in mano a Comuni e Regioni. Con alcuni paletti da seguire: “Per l’accesso alle spiagge viene suggerita la prenotazione obbligatoria, anche per fasce orarie. Si raccomanda, inoltre, di favorire l’utilizzo di sistemi di pagamento veloci con carte contactless o attraverso applicazioni per gli smartphone. Vanno inoltre differenziati, ove possibile, i percorsi di entrata e uscita, prevedendo una segnaletica chiara”.

Inoltre la distanza minima consigliata tra le file degli ombrelloni è pari a cinque metri e quella tra gli ombrelloni della stessa fila a quattro metri e mezzo. “È opportuno anche privilegiare l’assegnazione dello stesso ombrellone ai medesimi occupanti che soggiornano per più giorni. In ogni caso è necessaria l’igienizzazione di lettini e ombrelloni anche nel corso della stessa giornata”. Da evitare gli sport e i giochi di squadra e, per lo stesso motivo, deve essere inibito l’utilizzo di piscine eventualmente presenti all’interno dello stabilimento.

Andrea Deidda

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