Fase 2, incognita su apertura aeroporti: si attende nuova ordinanza regionale

Ci vorrà quasi sicuramente una nuova ordinanza della Regione per capire come e quando apriranno gli aeroporti sardi. Il Governo ha stabilito la ripresa su tutto il territorio nazionale dal 3 giugno, ma l’Isola ha attualmente ha un cronoprogramma diverso, con aperture scaglionate: dal 3 i voli in continuità territoriale, dal 15 tutti gli altri nazionali, dal 25 gli internazionali. Quella delle apertura è una delle tante incognite ancora da chiarire a poche ore dal nuovo step della Fase 2: le riaperture tra le varie regioni e la possibilità, finalmente, di spostarsi quasi liberamente. La seconda incognita, legata alla paura della diffusione del virus, resta quella legata al discusso e bocciato passaporto sanitario. Dopo il braccio di ferro tra il presidente della Regione, Christian Solinas e il ministro Boccia, concluso con la bocciatura del passaporto sanitario, negli ultimi giorni c’è stato un dietrofront su tutta la linea o quasi.

In diverse interviste rilasciate a televisioni locali e nazionali e ai vari quotidiani il governatore ha proposto un piano B: “Tratteremo fino all’ultimo per un accordo, ma se non riusciremo a trovarlo, allora – ha detto – appronteremo un sistema più articolato che prevede la registrazione dei passeggeri all’ingresso su una piattaforma e la compilazione di un questionario che serve a noi per avere contezza su dove concentrare i maggiori controlli”. A questa procedura dovrebbe poi seguire il tracciamento volontario dei turisti attraverso un’app. Quella nazionale, Immuni, parte il 3 giugno in via sperimentale in quattro Regioni, Sardegna al momento esclusa, ma Solinas non nasconde di preferire l’utilizzo di una una propria applicazione, annunciata sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria ma di cui si sa ancora poco.

In pratica si manterranno le linee guida già attive per i voli privati che atterrano in Sardegna. Si tratta di un’autocertificazione contenente risposte sui sintomi lamentati negli ultimi 30 giorni, su quelli nuovi, sui luoghi frequentati e sui contatti. Intanto proprio sull’eventuale limitazione degli spostamenti tra le varie regioni il Codacons ha già presentato un esposto ala Consulta.

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