Estate salata per sardi e turisti, gli armatori: “Biglietti più cari, l’alternativa è fermare i traghetti”

Andrea Deidda

(A.D)

Una settimana fa il prezzo per viaggiare da Olbia a Livorno e ritorno, due persone in cabina con auto al seguito, nella settimana tra fine giugno e inizio luglio era pari a 286 euro. Oggi lo stesso biglietto viene a costare 349 euro. Si tratta della tariffa più vantaggiosa tra quelle offerte dalle compagnie che coprono questo tragitto e dà l’idea di come i prezzi dei biglietti in vista della stagione estiva stiano cominciando a salire.

Sarebbe assolutamente normale per sardi e turisti ormai abituati a fare i conti con i prezzi alle stelle dei traghetti durante l’estate. Quest’anno però, complice l’aumento della quotazione del petrolio Brent (riferimento per il mercato navale) che è andato oltre i cento dollari al barile dall’inizio della crisi ucraina, spostarsi via mare dall’Isola verso il resto d’Italia potrebbe costare ancora più del solito. Ad Assarmatori, associazione di categoria dell’industria della navigazione, non hanno dubbi: su una rotta come Genova-Olbia-Genova, tratta per eccellenza del turismo vacanziero nell’Isola, un traghetto passeggeri oggi spende ogni giorno circa 50 mila euro in più per pagare il carburante (che rappresenta circa il 30% dei costi di esercizio di una nave) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli aumenti valgono per tutti i principali collegamenti per Sardegna e Sicilia, anche per l’Elba e le isole minori.

A farne le spese saranno sardi residenti e turisti perché, come spiega il presidente di Assarmatori Stefano Messina “Adeguare i noli e le tariffe, e quindi il costo dei biglietti, sarà una scelta obbligata per evitare la sospensione di quei servizi marittimi da e per le isole, che anche nei mesi più duri della pandemia hanno garantito comunque sia la continuità territoriale, sia il trasporto di passeggeri e merci, inclusi gli approvvigionamenti indispensabili specie per la Sardegna”.

L’aut aut è servito, secondo i vertici dell’organizzazione alzare il prezzo dei biglietti è l’unica soluzione per non sospendere le rotte. Quasi un paradosso dato che di solito durante i mesi estivi, quando c’è più richiesta, sulle stesse rotte viaggiano più compagnie. Del tema nelle scorse settimane ha parlato anche il segretario generale Alberto Rossi durante un’audizione alla commissione Ambiente della Camera: “La continuità territoriale di passeggeri e merci è un diritto sancito dalla Costituzione che rischia di venire meno: per gli armatori l’utilizzo di combustibili fossili è ineludibile, ne siamo in qualche modo prigionieri, non avendo alternative concretamente percorribili. Il trasporto terrestre dal 2006 beneficia di un correttivo automatico delle tariffe in adeguamento all’andamento del costo del carburante, crediamo che una misura del genere sia necessaria anche per quello marittimo, specialmente per il naviglio impiegato nei collegamenti da e per le isole”.

Andrea Deidda

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