Delitto di Orune, nessuna traccia di Masala. Si incrociano alibi e tabulati

C’è una vittima senza colpevole. Un giovane sparito nel nulla da due settimane, un minorenne guardato con sospetto ma per ora libero. E poi tre famiglie distrutte, una comunità intera immersa nel dolore in attesa di conoscere la verità. A due settimane dall’omicidio di Gianluca Monni le indagini non hanno ancora fatto chiarezza su quanto successo tra giovedì 7 e venerdì 8 maggio: chi ha sparato contro Gianluca Monni quella mattina, che fine ha fatto Stefano Masala, presunto autista del delitto, e chi portava con sé tanto odio da colpire in pieno volto davanti ai suoi coetanei un ragazzo che andava a scuola?

Il caso è ancora nelle mani degli inquirenti di Nuoro e Sassari. Si scava nella vita di Gianluca Monni e in particolare in quella sera del  dicembre scorso quando, durante la festa di Cortes Apertas, avrebbe litigato pesantemente con un ragazzo minorenne di Nule: uno scontro che avrebbe trascinato con sé un desiderio di vendetta lungo sei mesi portando il minorenne di Nule a imbracciare il fucile contro Monni, secondo quanto ricostruiscono gli investigatori. Il ragazzo avrebbe però negato ogni accusa e sostenuto di avere un alibi per quella mattina di 14 giorni fa. Una storia diversa verrebbe fuori incrociando i dati dei tabulati telefonici e quelli delle celle che agganciano i telefonini, e gli inquirenti avrebbero nelle ultime ore smontato l’alibi del ragazzo: siamo davvero vicini a una svolta nell’arresto del colpevole?

Continuano nel frattempo anche le ricerche di Stefano Masala, disoccupato di 28 anni di Nule, sparito dalle 20 di giovedì 7 maggio: tutto farebbe pensare che alla guida della Opel, poi trovata bruciata tra Buddusò e Pattada, ci fosse stato proprio lui, allontanatosi da casa senza dare più notizie di sé e ‘usato’ come autista per l’omicidio.

Il caso è approdato anche alla trasmissione di Rai 3 ‘Chi l’ha visto’, ieri sera c’è stata la seconda puntata dedicata alla scomparsa di Stefano Masala: in primo piano le testimonianze di Marco Masala che ricorda le ultime parole del figlio, uscito di casa solo per fare un giro in paese con la promessa di rientrare subito; e di Giampiero Lai, titolare del bar e amico di Stefano, che racconta di aver incontrato il ragazzo la sera in cui è sparito: “‘Sono di fretta, poi ti racconto’ mi ha detto: sembrava felice, come se avesse un appuntamento con una ragazza. Era una persona semplice, disponibile con tutti”. I dubbi sulla sorte di Masala, strettamente legata al delitto di Orune, sono ancora tanti: possibile che dopo due settimane non si trovino ancora notizie su di lui nonostante il grande dispiegamento di forze messe in campo per trovarlo?

I telefoni della trasmissione di Rai 3 restano ancora muti: nessuno ha più visto Stefano Masala dopo quella notte, le sue tracce si perdono nel nulla.

Francesca Mulas

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