Darsena dei veleni di Porto Torres, condannati a un anno tre dirigenti Eni

Condannati a un anno tre dirigenti Eni per il disastro ambientale della darsena dei veleni a Porto Torres. L’ha deciso stamani il giudice del Tribunale di Sassari Antonio Pietro Spanu al termine di una lunga mattinata di requisitorie e arringhe difensive. Le condanne – concesse le attenuanti generiche – sono state inflitte a Francesco Papate (Responsabile gestione siti da bonificare), Oscar Cappellazzo e Gian Antonio Saggese (responsabili del sistema di trattamento dell’acqua di falda). Assoluzioni, invece, per Alberto Chiarini, Francesco Leone, Daniele Ferrari, Paolo Zuccarini e Daniele Roncati per non aver commesso il fatto.

La responsabilità per il disastro ambientale causato dal cattivo funzionamento della barriera idraulica eretta da Syndial nell’ambito delle operazioni di bonifica dell’Area A dell’ex petrolchimico è dunque stata accertata. Ma i livelli d’inquinamento della falda emunta resi noti dalla stessa Syndial, con il benzene 139.000 volte il limite, avevano fatto pensare a pene più severe: se ne saprà di più entro novanta giorni, quando, verranno depositati i motivi della sentenza.

Sugli esiti del processo interviene  l’avvocato del comitato “No Chimica Verde – No Inceneritore”, parte civile al processo, Pina Zappetto, per la quale “le Procure dovrebbero sfruttare maggiormente la legge 231 del 2001, che consente di agire in capo ai vertici delle società responsabili di gravi casi d’inquinamento ambientale come quello di Porto Torres, vale a dire nei confronti dei veri responsabili delle strategie aziendali, non solo dirigenti che si avvicendano di continuo”.

Con il dispositivo reso pubblico oggi, il giudice Spano ha anche stabilito l’entità del risarcimento che i condannati dovranno corrispondere alle parti civili. Sono 200.000 mila euro per il Ministero dell’Ambiente, 100.000 euro alla Regione Sardegna, 50.000 euro ciascuno per Giovanni e Alessandro Polese e 10.000 euro ciascuno per altre quattro parti civili, compreso il Comitato di Azione, Protezione e Sostenibilità Ambientale per il Nord Ovest Sardegna “No Chimica verde – No inceneritore”. Raggiunto dopo la sentenza, il comitato No Chimica Verde fa sapere che i “10.000 euro di risarcimento verranno utilizzati per costituire un fondo per le cure dei malati di Porto Torres e dintorni”. E invita il ministero dell’Ambiente e la Regione, “a far confluire i risarcimenti assegnati dal tribunale in quello stesso fondo dedicato a chi si è ammalato a causa dei veleni del petrolchimico”.

“Soprattutto – continua il comitato -, chiediamo che il Ministero e la Regione smettano di dare autorizzazioni come quella rilasciata di recente alla centrale a biomasse di Matrica, di cui chiediamo l’anullamento, perché è ormai è chiaro a tutti, con la sentenza di oggi, che l’area industriale di Porto Torres ha prodotto un disastro ambientale inconfutabile. Inoltre, in un sito d’interesse nazionale per bonifiche è impensabile autorizzare interventi capaci di aumentare il carico di veleni già esistente”.

Nella seduta del 19,  la giunta Pigliaru ha deciso di non sottoporre a valutazione d’impatto ambientale la centrale a biomasse di Matrìca, società controllata da Eni e Novamont. Secondo lo Sva dell’assessorato all’Ambiente, la documentazione depositata dalla proponente è sufficiente a comprendere e valutare l’impatto ambientale del progetto. Questo il motivo ‘tecnico’ per cui il progetto non viene sottoposto a Via. Tuttavia, l’impianto viene catalogato dalla stessa regione tra gli interventi “che possono avere notevoli ripercussioni negative sull’ambiente”.

In serata è arrivata una nota di Eni, che annuncia il ricorso in appello da parte di Syndial: “Eni prende atto della sentenza emessa dal Tribunale di Sassari nei confronti di alcuni dipendenti della controllata Syndial in merito alla darsena di Porto Torres, relativa a condotte cessate all’inizio del 2011. Syndial ricorrerà in appello anche alla luce delle consulenze tecniche prodotte nel giudizio di primo grado che testimoniano l’assoluta assenza del disastro ambientale.

Piero Loi

@piero_loi

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