Dal Sulcis, l’appello di don Mura alla Politica: “Basta slogan, ora servono fatti”

di Ilenia Mura

“Basta, non è più tempo di slogan” sbotta don Antonio Mura al termine di una lunga intervista video che va oltre i 60 minuti. Nel silenzio della parrocchia di Santa Maria d’Itria, a Portoscuso, fa il punto sulle questioni più urgenti: giovani, famiglie e povertà, disoccupazione, trasporti e infrastrutture, caro energia, sanità. E mentre fuori dal portone di legno, il diluvio rende la piazza della vecchia Tonnara deserta, il sacerdote, alla guida della Pastorale sociale e del lavoro per il Sulcis Iglesiente, incalza i prossimi candidati delle regionali 2024: “Al di là delle bandiere che sono poco importanti, dice, il mondo politico si adoperi seriamente per costruire un’alternativa che sia in grado di far risollevare le sorti di tutti i settori produttivi della nostra magnifica Isola”.

Perché, fino ad oggi?

“Già, fino ad oggi. Fra le altre questioni, non sappiamo che fine abbia fatto il Piano Sulcis: ci avrebbe consentito di migliorare infrastrutture e viabilità. Invece – chiosa – stiamo ancora raccogliendo i morti sulle strade”.

La situazione economica e sociale del Sud ovest Sardegna?

“Devastante”, spiega nell’intervista rilasciata a Sardinia Post dopo i numerosi appelli lanciati in questi mesi a sindaci, consiglieri e assessori regionali, deputati e sottosegretari, sui piazzali delle inarrestabili vertenze industriali di Portovesme: “Le famiglie sono allo stremo. I giovani non hanno prospettive. E meno male che i pensionati stanno salvando il salvabile, con grande sacrificio. Il punto – prosegue Mura – è che qui, ma anche nel resto dell’Isola, c’è chi non ha soldi per mangiare, pagare bollette, crescere i propri figli. Crisi e povertà non riguardano esclusivamente i 23 Comuni di questo martoriato territorio che, secondo me, sta al Sud del sud”.

Lei vive a contatto con centinaia di famiglie. Perché i giovani continuano a scappare?

“Non siamo stati in grado, per esempio, di riconvertire le aree minerarie come invece è accaduto in altri paesi europei. Quando negli anni Settanta, col Piano di Rinascita, si è deciso di puntare sulle industrie metallurgiche – accusa – sapevano che il sistema avrebbe retto non oltre una data ics. Nel frattempo? Quali sono state le alternative? Certo è che le industrie hanno rappresentato un grande bacino di voti, ora non più”.

A ruota libera, nel mirino del già parroco della Cattedrale di Iglesias, figlio di emigrati, infanzia trascorsa fra i pescatori di Sant’Antioco e presente vissuto al fianco delle famiglie del Sulcis Iglesiente, ci sono i rappresentanti politici della Sardegna di ogni livello e grado: “Continuano a ragionare attraverso spot, la Sardegna – insiste – vive e viene governata alla giornata”.

Questo non è il suo unico appello, noi giornalisti ne registriamo almeno uno al mese

“Diciamo che non ho intenzione di fermarmi”.

L’accusano di fare politica

“Io sono un politico, come tutti i cittadini, e nessuno può negarmi di esserlo. Come Chiesa dobbiamo riconquistare il potere del voto”.

Nel 2024 si andrà a votare, don Antonio, prego, detti un Manifesto

Chi si candida oggi ha già avuto i suoi di manifesti. Il problema è che non li abbiamo mai visti concretizzarsi e i numeri della povertà parlano chiaro”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share