Crollo all’Università, la paura è anche tra i liceali. Il corteo a Cagliari tra cori e richieste

Gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per chiedere maggiore sicurezza dell’edilizia scolastica e degli atenei, ma anche per un futuro migliore dell’istruzione. A Cagliari il corteo è stato molto partecipato, in seguito al crollo dell’ex aula magna della facoltà di Geologia a Sa Duchessa di metà ottobre.

La preoccupazione serpeggia non solo tra gli universitari, ma anche tra gli studenti delle superiori. Emblematico uno degli striscioni mostrati sin dal primo incontro davanti al tribunale di Cagliari: “Finanziate l’Università, non la guerra”. Da piazza Repubblica un rumoroso corteo ha invaso le strade della città sino al Consiglio regionale. “Vogliamo scuole – ha detto Michele Pintus, coordinatore di UdS Cagliari – che non cadano a pezzi, accessibilità e vogliamo la cessazione dello sfruttamento degli studenti da parte di un sistema che li obbliga a lavorare gratuitamente nelle aziende private in cui talvolta muoiono”.

Non solo strutture che cadono a pezzi. “Con l’inizio del nuovo anno – ha detto Luca Mura, responsabile della comunicazione di UdS Cagliari – siamo ricaduti nello stesso sistema scolastico deleterio che si rifiuta di cambiare di fronte alle evidenti esigenze degli studenti. Non possiamo più vivere una scuola che ci aliena, ci discrimina e ci uccide. Solo nell’arco del 2022 sono morti tre ragazzi all’interno dei progetti dei Pcto: Giuseppe, Lorenzo e Giovanni. Non dobbiamo considerare questi eventi come parte della normalità, come incidenti che non potevano essere evitati. Non dobbiamo considerare normalità la discriminazione che colpisce le parti più fragili della comunità”. Tappa finale della protesta sotto il Consiglio regionale in via Roma, con cori ed esposizione degli striscioni con l’elenco delle rivendicazioni per rendere concreto il diritto allo studio.

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