Crisi delle edicole a Cagliari, fa discutere l’idea di trasformarle in infopoint turistici

di Umberto Zedda

Se fino ad ora qualcuno avesse pensato che la città di Cagliari stesse avviando un imponente processo di turistificazione, beh avrebbe avuto ragione. La nuova-vecchia mozione comunale, firmata da Giuseppe Farris (CiviCa), per il rilancio delle edicole nel capoluogo sta infatti facendo discutere la categoria con l’idea di trasformare i chioschi, strutture identitarie della città, in infopoint turistici. La parola d’ordine è diversificare, ma nel concreto si tratterebbe di convertire gli edicolanti in informatori per i viaggiatori. Totem informativi e la vendita di biglietti per musei sono alcuni dei servizi che l’idea di rilancio mette in campo per assistere ad un cambiamento che ci si auspica possa ridare nuova vita ad una categoria molto sofferente. Ma anche la possibilità di rinnovare i documenti di identità, soprattutto per le categorie non molto pratiche con la rete. E come farlo: saranno organizzati dei corsi di formazione per gli operatori della categoria. 

Primo punto: diminuzione del canone di affitto del suolo pubblico, attualmente troppo alto, addirittura doppio rispetto a quello dei bar. “Le tasse patrimoniali pagate dagli edicolanti devono essere reinvestite sulle edicole, non semplicemente tolte. Il Comune incassa solo 70.000 euro da queste”, spiega Francesco Spanu presidente di Fenagi Cagliari. Da 1000 a 2000 euro l’anno circa per chiosco, in base allo spazio occupato, e c’è chi soffre questa tassa più di altri. Marco Pisano gestisce l’edicola di piazza Garibaldi e non ha dubbi: “Fra qualche tempo non ci saranno più edicole. Già quest’anno ha chiuso quella in piazza Michelangelo; qualche anno fa hanno chiuso in via Alghero dopo tre anni di lavoro. I pagamenti sono troppo alti per poterli sostenere. So che ci sono persone che stanno lavorando per 3/ 400 euro al mese, non si può continuare così”.

Ma avverrà questo cambiamento? “Per me sono chiacchiere, se vogliono che impariamo l’inglese per fare da infopoint gratis non ci sto. Già lavoriamo 11-12 ore al giorno. Solo 5 anni fa vendevo almeno 3000 copie de L’Unione Sarda ogni giorno, ora vendo 3000 giornali all’anno. Poi dobbiamo affrontare una competizione spietata anche da parte dei centri commerciali che vendono i giornali: abbiamo bisogno di vere agevolazioni non di palliativi”, continua Pisano.

Ma le speranze sono alte e come racconta Roberto Tronci, gestore dell’edicola in via Bellu, e uno dei tre edicolanti che hanno assistito alla presentazione della mozione, questo è un punto di partenza: “Partire così è positivo ma non risolve totalmente il problema. Variare la vendita e sfruttare la pubblicità che potrebbero dare i totem informativi potrebbe essere una strada. Ogni edicolante deve pensare come un imprenditore, non solo come un venditore di giornale”.

Come potranno aumentare gli introiti per gli edicolanti che aderiranno all’iniziativa? Un’ipotesi è appunto quella che vede l’installazione di impianti pubblicitari (totem informativi) nei chioschi: “Gli edicolanti potranno usare i totem per vendere spazi pubblicitari, e questo potrebbe essere un ricavo – spiega Spanu -. Più totem nel territorio, più attrattiva per le concessioni pubblicitarie. Ancora però non c’è nulla di scritto, si vedrà strada facendo”.

I problemi che si dovranno affrontare però non sono pochi, e non li si può sorvolare. A partire dalle condizioni in cui attualmente si trovano i capanni. “I chioschi hanno almeno 50 anni, sono tutti arrugginiti e senza servizi, andrebbero certamente bonificati”, dice Pisano; ugualmente Roberto Tronci: “I chioschi sono fatiscenti, solo pochissimi hanno i bagni”, ma aggiunge: “Qualcuno si aspetta che sia la Regione a finanziarli”. E Spanu spiega: “Per poter installare i servizi è necessario prima creare i sottoservizi, in questo caso il sistema fognario. Bisognerebbe spendere 12-15 mila euro a chiosco, e chi lo farebbe sapendo che le concessioni hanno una scadenza?”. 

Un altro nodo critico riguarda la vendita dei biglietti Ctm: “Un’altra battaglia era quella per i biglietti Ctm, e proveremo a riportarla sul tavolo. – chiosa Spanu – La mia proposta è, per non modificare le tariffe presenti nell’applicazione, se vuoi comprarlo in edicola lo paghi 20 centesimi in più. Quando lo acquisti sul mezzo il prezzo è maggiorato, ma anche noi stiamo offrendo un servizio. Inoltre, per vendere 1000 biglietti vuol dire che devo impegnare 1000 euro per il loro acquisto, per poi guadagnarne 50”.

E tutti insistono sulla concorrenza dei centri commerciali: “Con la legge Bersani si è liberalizzato tutto, ed è il maggior problema perché ha tagliato la fetta che spettava agli edicolanti”, dice Tronci. Sul fronte sindacale emerge un altro tema controverso, la paternità della mozione. Due sigle, Snag e Fenagi, la rivendicano. Rosella Monni, presidentessa della sezione di Cagliari di Snag (Sindacato Nazionale Autonomi Giornalai), afferma: “Il 10 gennaio 2023 abbiamo presentato la proposta, le edicole hanno bisogno di diversificazione e diventare anche infopoint. Ora la proposta è stata discussa e approvata, noi siamo molto contenti”. Invece il Presidente di Fenagi, Francesco Spanu: “è un progetto che ho proposto l’anno scorso, quando era presente la giunta Truzzu. Giovanni Porrà, presidente della commissione attività produttive, con la sua sensibilità ha preso a cuore la questione e l’ha incrementata”. Non risulta ancora chiaro chi abbia partorito il rilancio che attualmente si discute in comune/non si capisce la verità dove sta.

Ma a chi spetterà l’onere di questo cambiamento? “Bisogna lavorare con la Regione – dichiara Rosella Monni – perché i chioschi attualmente sono in pessime condizioni e le banche non concedono finanziamenti per rinnovarli. Le istituzioni devono occuparsene, ma fortunatamente qualcosa stanno gia facendo, per esempio con il recente sgombero in via Roma. Le edicole non devono morire ma essere modernizzate perché presidi sociali e di cultura”. Tutto deve ancora essere attivato e la domanda resta. Basteranno queste misure per salvare le edicole?

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