La Sardegna si risveglia in zona gialla: un obiettivo che in tanti aspettavano con la voglia di tornare alla normalità, anche se tra questo auspicio e il vero traguardo c’è ancora una zona di pericolo. Dalle prime ore della mattina sono ricomparsi i tavolini negli spazi all’aperto dei bar, un modo per sfruttare al massimo la possibilità di accogliere i clienti dalle cinque alle 18, sempre nel rispetto di alcune regole come uso delle mascherine, distanza interpersonale e igienizzazione delle mani. Stessa cosa per i ristoranti e gelaterie, fortemente penalizzati dalla situazione di pandemia, che grazie a questa nuova classificazione potranno ospitare clienti, oltre al già previsto servizio di asporto per cui nella fascia oraria dalle 18 alle 22.
Un passo in avanti dopo le proteste da parte degli esercenti che nelle ultime due settimane di zona arancione hanno più volte sottolineato la difficoltà di resistere a una crisi sempre più pesante. Due settimane in cui non è mancata anche la polemica politica che ha visto la Regione protagonista di una protesta nei confronti del Governo, con tanto di ricorso al Tar poi respinto, sull’eccessiva ‘severità’ da parte del ministero della Salute nel classificare la Sardegna tra le regioni a rischio.
I partiti di opposizione in Consiglio regionale hanno più volte elencato quali fossero le motivazioni e le lacune della Regione che hanno portato all’inasprimento del regime di contenimento. In mezzo a tutto questo ci sono ancora i numeri della pandemia che ogni giorno oscillano: nelle ultime 24 ore ci sono stati 154 nuovi casi di positività che in valore assoluto potrebbero anche sembrare pochi rispetto ai tempi bui quando arrivavano a quattrocento giornalieri. La lettura cambia quando vengono rapportati al numero dei tamponi effettuati ottenendo così l’indice di contagio che nell’ultima giornata era dell’8,4 per cento. Significa che è necessario comunque la prudenza tanto che qualche sindaco ha deciso comunque di stringere la cinghia per evitare l’effetto ‘liberi tutti’.
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Il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, su ‘Twitter‘ ha mandato un messaggio alla cittadinanza: “Il rientro in zona gialla è una boccata d’ossigeno per le nostre attività commerciali, ma invito operatori e cittadini a rispettare le regole per non rendere vani i sacrifici di tutti”. Il primo cittadino di Sassari, Nanni Campus, amministratore di una città duramente colpita dalla pandemia, con un’ordinanza sindacale ha introdotto alcune novità sulle sanzioni rendendole più aspre per chi vìola le regole. “Sento forte il dovere di tutelare sia tutti quegli esercenti che rispettano e fanno rispettare le prescrizioni per limitare il diffondersi del Covid sia l’intera collettività che rischia di ripiombare nell’incubo di un’impennata dei contagi – ha spiegato il sindaco Campus -. L’apertura degli esercizi fuori dal rispetto delle regole espone al rischio di assembramenti che possono far risalire di nuovo l’indice dei contagi e riportarci a settimane di chiusura generalizzata che penalizzerà di nuovo i tanti esercenti che rispettano e fanno rispettare le regole di distanziamento e di prevenzione”.
Per questo la nuova ordinanza prevede che nel caso del non rispetto delle regole ci sia, già dalla seconda violazione, la revoca dell’estensione delle nuove concessioni o dell’ampliamento delle superfici ottenute grazie all’ordinanza sindacale di marzo 2020 che prevedeva misure di sostegno legate proprio alla drammatica situazione economica dovuta alla pandemia. La nuova ordinanza conferma anche tutte le sanzioni già previste dai provvedimenti precedenti: dalla prima violazione è prevista la chiusura dell’attività per 5 giorni; per la seconda violazione, la chiusura dell’attività per dieci giorni a cui si aggiunge quindi, per le attività di ristorazione, la revoca dell’estensione delle nuove concessioni o dell’ampliamento delle superfici già concesse fino al 31 marzo 2021. Per la terza violazione la chiusura dell’attività per quindici giorni; dalla quarta violazione e per le successive violazioni si applica per ciascuna condotta illecita la sanzione accessoria della chiusura dell’attività per trenta giorni.
M.S.