C’è un’emergenza coronavirus che a Cagliari ha camminato sottotraccia: è quella di Aspal, l’agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, dove i contagi tra i dipendenti sono arrivati a quota tredici. La notizia è filtrata dagli stessi lavoratori della sede di via Is Mirrionis e in serata ha trovato conferma anche nella lunga dichiarazione rilasciata a Sardinia Post dal direttore generale Massimo Temussi.
La progressione dei contagi in Aspal è la rappresentazione plastica di quanto sia rapida la diffusione del Covid-19. E proprio per questo ridurre i contatti tra persone è al momento l’unica soluzione (piaccia o meno). Nell’agenzia regionale la chiusura è scattata venerdì 6 marzo dopo il primo caso registrato negli uffici di Cagliari. Ad amnmalarsi è stato un informatico, tuttora ricoverato al Santissima Trinità. Da lì la decisione di Temussi di attivare il telelavoro per tutti i 500 e passa dipendenti, non solo quelli del capoluogo.
“Nella sede di via Is Mirronis – racconta il Dg – su 135 lavoratori in organico, siamo rimasti una trentina, a partire da lunedì 8 marzo. Un numero esiguo rispetto al personale totale e dettato dalla necessità di monitorare l’avvio del lavoro agile. Solo che il virus si era già trasmesso. Ma non lo sapevamo perché tutti i dipendenti contagiati, e per un verso è stata una fortuna, erano asintomatici”. Stando ai numeri di Temussi, i casi conclamati di coronavirus tra il personale Aspal sono appunto tredici.
“In queste settimane – prosegue il Dg – abbiamo lavorato in stretto contatto con l’Unità di crisi regionale e ci siamo attenute alle rigide disposizioni ricevute. Tutti siamo stati sottoposti a tampone. Tra i contagiati ci sono almeno due persone che hanno frequentato l’ufficio sino al 6 marzo. Quindi in coincidenza con l’avvio delle procedure interne di sicurezza, pensate proprio per creare un argine immediato alla diffusione del Covid-19. Eppure la settimana scorsa, quindi quasi tre settimane dopo la chiusura della sede di Cagliari, i due lavoratori erano ancora positivi al virus. Questo per dire che in alcuni casi i quindici giorni di quarantena sembrano non bastare. In virtù di tale situazione,. in Aspal si continuerà col telelavoro anche per tutto aprile. Non possiamo permetterci, a tutela della salute di tutti, fuori e dentro l’agenzia regionale, anche un solo nuovo caso”.
Nell’Isola il picco dei contagi è atteso tra il 18 e il 25 aprile. E intanto il numero degli infetti aumenta, insieme a quello dei morti. Nelle ultime ventiquattro ore, in Sardegna si sono contati 51 nuovi casi e altre cinque vittime. Il Sassarese resta la provincia più colpita dal coronavirus con 689 malati sui 1.026 totali. (al. car.)