Chia, una colletta per salvare le dune. La sindaca: “La costa è già tutelata”

Gli ambientalisti lanciano una colletta per acquistare le celebri dune di Chia e salvarle dai privati mentre il Comune assicura che le istituzioni garantiscono la tutela del paesaggio. Ma chi lavora nella spiaggia davanti all’isolotto di Su Giudeu si lamenta per la totale assenza di controlli.

“Ben venga chiunque voglia affiancarsi all’ente pubblico”. La sindaca di Domus de Maria non sapeva nulla dell’iniziativa portata avanti da un’associazione ambientalista per acquistare quattro ettari di dune della spiaggia di Su Giudeu a Chia.

“L’ente pubblico, il demanio e lo Stato hanno doveri primari istituzionali ed è benvenuto chiunque si affianchi a questi doveri pubblici istituzionali”, ribadisce Maria Concetta Spada, la prima cittadina che ha il patrimonio di Chia all’interno del suo territorio. Il Gruppo d’intervento giuridico ha siglato un preliminare da 100mila euro per l’acquisto di un tratto di dune e parte della spiaggia messo in vendita da un privato.

“Non ne sapevo nulla, l’ho appreso dalla stampa, ma ci tengo a ricordare che la fascia costiera non solo è demaniale, ma è al centro di diversi progetti e finanziamenti per la sua tutela – spiega – come il progetto Providune da due milioni con fondi comunitari, più un altro con altri fondi comunitari e fondi Por per la valorizzazione delle aree Sic“. La sindaca ci tiene a sottolineare che prima che siano gli ambientalisti a intervenire è al pubblico che spetta la salvaguardia del territorio. “La fascia costiera, compreso il sistema dunale, è un bene identitario complesso del Comune dal 2011 e siamo alle battute finali – tutta la lunga parte burocratica si è conclusa – per la nascita dell’Area marina protetta che garantirà un’ulteriore tutela della zona”.

La sindaca ricorda che il settore pubblico ha il dovere di tutelare il patrimonio ambientale e assicura che il Comune di Domus de Maria sta facendo la sua parte. “Abbiamo un nostro progetto e stiamo pubblicando il bando per la sistemazione di passerelle e la sistemazione di bagni pubblici nella fascia retrodunale, tutto con 400mila euro di fondi comunali – conclude Maria Concetta Spada – col bando per la valorizzazione delle aree Sic verranno tolte le erbette non autoctone e portati avanti alti interventi di rimodulazione del paesaggio curati da specialisti ingeneri ambientali”.

Davanti all’iniziativa del Gruppo d’intervento giuridico, la prima cittadina di Domus de Maria ribadisce che si tratta di aree demaniali e che spetta agli enti locali e allo Stato la tutela del patrimonio di Chia. Ma non tutto sembra andare per il meglio secondo chi nella spiaggia di Su Giudeu ci lavora. “Quei terreni sono privati e possono essere venduti – conferma Alberto Bertolotti, titolare dello stabilimento Araj – ma sono comunque terreni tutelati, quindi inedificabili e senza la possibilità di intervento da parte dei privati”.

Sul ruolo delle istituzioni nella tutela del patrimonio c’è invece qualche perplessità. “Le dune devono essere realmente salvaguardate con un costante controllo da parte delle amministrazioni preposte – spiega Bertolotti, vicepresidente nazionale del sindacato balneari Sib – non c’è controllo e non c’è vigilanza, non si può demandare questo importante ruolo ai dipendenti degli stabilimenti balneari: se qualcuno non rispetta le dune, i bagnanti coscienziosi vengono ad avvisare noi perché non c’è nessun controllo”.

Il Gruppo d’intervento giuridico va avanti per la sua strada e il presidente Stefano Deliperi conferma di aver strappato ad imprenditori arabi un pezzo di paradiso, col timore che l’attacco continui. “Le dune e la spiaggia sono di proprietà privata, fin a pochi passi dalla battigia marina, caso raro in Italia – spiega l’associazione ambientalista – vari soggetti immobiliari a capitale arabo e internazionale stanno rastrellando terreni, come sta già accadendo anche in altre parti della Sardegna, e non è azzardato ipotizzare un futuro privatizzato per dune e spiaggia”.

Secondo il Grig si va verso una privatizzazione, con difficoltà d’accesso per gli utenti normali, e si parla di “altamente probabili integrazioni normative che consentano la produzione di volumetrie edilizie da concentrare subito a ridosso di dune e spiaggia. Chiuse, location di eventi esclusivi, vietate all’accesso dei comuni mortali, in particolare di chi vive in quest’Isola da sempre: ‘sardi a foras’ dalle proprie spiagge – conclude il Gruppo d’intervento giuridico – dimentichiamoci l’intervento dell’Agenzia per la Conservatoria delle coste, lodevolmente istituita qualche anno fa proprio su nostre forti richieste, ma colpevolmente consegnata da anni alla completa inoperatività”.

Nonostante le perplessità espresse dalla sindaca, l’associazione conferma di aver firmato il contratto preliminare per l’acquisto dei quattro ettari e chiede ai sardi e agli amanti dell’Isola di contribuire all’acquisto delle dune e della spiaggia di Chia “con un versamento sul conto corrente postale n. 22639090 intestato a ‘associazione Gruppo d’Intervento Giuridico’ (causale “dune e spiaggia di Chia”) oppure con un bonifico bancario con il codice Iban IT39 G076 0104 8000 0002 2639 090 (per i versamenti dall’estero il codice BIC/SWIFT è BPPIITRRXXX)”.

Marcello Zasso
(@marcellozasso on Twitter)

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