“Il caso-Businco è solo la punta dell’iceberg, se la sanità cagliaritana scoppia è anche perché, gradualmente, c’è stato un depotenziamento e un depauperamento dei servizi sanitari nel resto del territorio, a cominciare da Sassari”. Lo afferma il segretario generale della Cisl, Pier Luigi Ledda, reduce da una iniziativa promossa dalla Cisl di Sassari proprio su quella che è stata definita ‘l’emergenza sanitaria del Nord Sardegna”.
“La sanità in Sardegna – precisa il leader Cisl – vive un’emergenza strutturale, evidenziata dalla carenza di personale, dalle risorse limitate e da un’organizzazione delle strutture sanitarie che spesso fatica a rispondere in modo efficace ai bisogni della popolazione. Gli indicatori di performance sono impietosi: quart’ultimo posto tra le regioni italiane per efficienza e dotazione sanitaria, il 12,3 per cento dei sardi rinuncia alle prestazioni sanitarie a causa dell’inefficienza delle strutture pubbliche, dei costi eccessivi e delle lunghe liste d’attesa. E poi c’è l’insoddisfazione personale sanitario, giunta per i medici al 40 per cento, e spesso legata a carichi di lavoro eccessivi, mancanza di risorse e opportunità di sviluppo professionale limitate, fattori che influiscono negativamente sulla qualità dell’assistenza fornita ai pazienti”.
Per Ledda, “in questo quadro di generale sfacelo, la politica dovrebbe dare risposte organiche e di programmazione, non creare ulteriori malumori tra gli operatori e, peggio, sfiducia nei cittadini-pazienti”. Se la mobilità passiva verso altre regioni (i sardi costretti ad andar fuori regione per avere accesso a prestazioni e cure) resta un problema serissimo, “si sottovaluta quella interna – sottolinea il segretario -, in particolare per patologie come quella oncologica. E resta il divario tra territori, certificato anche recentemente da una indagine delle Acli, tra quanto viene stanziato dalla Regione per le prestazioni convenzionate nel sud Sardegna e quelle per il nord dell’Isola. Non è una questione campanilistica, ma di riequilibrio e ridistribuzione, che può influire sulle lunghe liste d’attesa nelle strutture pubbliche del cagliaritano”.
“Ci aspettiamo un maggiore coinvolgimento da parte della Giunta e abbiamo accolto con interesse la proposta arrivata dalla presidente Todde di un incontro mensile con le organizzazioni sindacali sulle tematiche più importanti. Di sicuro la sanità è una di queste – afferma Ledda –, lo abbiamo messo nero su bianco con le proposte del sindacato alla Giunta. Come sempre, siamo propositivi e costruttivi, riteniamo che si debba cercare il confronto leale e il dialogo fino all’ultimo. Però – conclude il segretario della Cisl sarda – occorre pervenire a vere e tempestive scelte e atti di cambiamento necessari a fare uscire dall’emergenza la sanità e dare le risposte che i sardi attendono da tempo. In assenza non esiteremo a mobilitarci per avere più risposte organiche e meno je accuse che non giovano a nessuno”.