L’autore dell’inchiesta giornalistica che ha fatto finire nella bufera il cardinale Angelo Becciu sarebbe “un falsario”. Lo sostiene il fondatore di Libero, Vittorio Feltri, con un articolo pubblicato oggi sulla prima pagina del quotidiano. “Il killer giornalistico – esordisce -, che L’Espresso e qualcuno in Vaticano hanno usato per freddare il cardinale Angelo Becciu, è ufficialmente un falsario, noto come tale alle forze dell’ordine”.
Il riferimento è a Massimiliano Coccia: “Brilla negli schedari della polizia quale condannato sulla base dell’articolo 476 del Codice penale. ‘Descrizione del reato: falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Nota: il Tribunale di Roma ha concesso la messa alla prova all’imputato in data 27.02.2019”. Feltri quindi chiama in causa L’Espresso: “Sapeva di questa macchia gigantesca il direttore Marco Damilano, quando ha deciso di servirsi di Coccia?”.
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Poi conclude citando un esposto depositato dai legali del cardinale sardo all’Ordine dei giornalisti: “Nell’atto si rileva che Coccia ha potuto diffondere falsità clamorose senza che il settimanale abbia sentito il dovere di interpellare il bersaglio della campagna diffamatoria, cioè Becciu. Nello specifico Coccia nel numero dello scorso 1° novembre ha scritto del cardinale: ‘dal 28 ottobre formalmente indagato dalle autorità vaticane’, violando un articolo deontologico preciso che impone la verifica, prima di pubblicare la notizia di un avviso di garanzia che ne sia a conoscenza l’interessato e se non fosse possibile (il giornalista) ne informa il pubblico. Non ha verificato nulla L’Espresso perché ciò che non esiste è inverificabile”.
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