Carcere di Bancali, la denuncia dei sindacati: “Pieno di 41 bis e terroristi, ma senza personale”

Una “cattedrale nel deserto”. Così ha definito il carcere di Bancali Donato Capece, segretario nazionale del sindacato Sappe, all’uscita dall’istituto penitenziario di Sassari, seconda tappa dopo Nuoro di alcuni sopralluoghi nelle case di reclusione della Sardegna organizzati dal sindacato di polizia penitenziaria. Visite sempre più necessarie anche a seguito della clamorosa evasione da Badu’ e Carros di un boss mafioso.

Capece ha fatto il punto su Bancali, “senza direttore e comandanti fissi, ma pieno di ristretti al 41 bis, alta sicurezza, terroristi islamici e detenuti psichiatrici. Inoltre c’è una grave carenza di ispettori e sovrintendenti di polizia penitenziaria, in pianta stabile c’è un direttore assente perché è in servizio in Campania, e il direttore attuale dirige il carcere di Busto Arsizio ed è in missione anche a Tempio Pausania”. Capece non è il solo a denunciare una situazione difficile dentro le carceri di tutta l’Isola, in particolare per la carenza di personale.

Il leader sindacale, accompagnato dal segretario regionale, Luca Fais, e dal delegato nazionale, Antonio Cannas, ha poi aggiunto: “A Bancali non c’è neppure un comandante di reparto, incarico oggi assolto provvisoriamente da un dirigente del corpo in servizio ad Alghero. Il carcere regge solamente grazie ai poliziotti in servizio, che sono pure significativamente sotto organico, e che fanno fronte alle inadempienze e alle gravi colpe dell’amministrazione penitenziaria”. Da qui la richieste: “Oggi stesso chiederò al capo del Dap, Russo, e al dirigente del personale, Parisi, di aprire un tavolo di confronto sulle criticità di Bancali, Badu’ e Carros e della Sardegna tutta perché la situazione è inaccettabile e intollerabile”.

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