Carcere Bancali, l’inaugurazione amara. Cancellieri: “Nessun progetto per Asinara”

Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha inaugurato il carcere di Bancali, nella periferia di Sassari, fra le polemiche di sindacati e politici che hanno ribadito la carenza di personale nel nuovo istituto e le preoccupazioni per infiltrazioni mafiose col trasferimento di detenuti.

Asinara ancora parco. “Sull’Asinara non abbiamo nessun progetto, qualora la Regione lo valutasse e ne parlasse lo prenderemmo in considerazione, ma da parte nostra non c’e assolutamente nessun progetto, se lo chiedono possiamo parlarne ma noi non lo abbiamo in mente”.

Il 41 bis in Sardegna. “In queste polemiche io non entro, dico solo che ci sono delle norme parlamentari e degli atti di indirizzo del Parlamento firmati da persone che adesso fanno polemica, ma a suo tempo sono stati favorevoli”. Lo ha detto sempre questa mattina a Sassari: “Guardiamo le carte – ha chiarito il Guardasigilli – guardiamo quello che è lecito fare e quello che non è lecito fare. Abbiamo un Parlamento che ha autorizzato determinati comportamenti, ha fatto determinante e scelte. Ma sicuramente – ha assicurato il ministro – salvaguarderemo il territorio. La Sardegna è un territorio molto sano sotto il profilo della criminalità organizzata e non verrà minimamente compromesso. Questo è un impegno ma naturalmente nel rispetto di quello che era stato deciso a suo tempo”.

Le vecchie carceri. “Strutture fatiscenti come il vecchio carcere San Sebastiano di Sassari ne abbiamo ancora parecchie in Italia, però ci stiamo lavorando e ogni giorno si fa qualcosa per migliorare la situazione dei detenuti”. Così il ministro della Giustizia Cancellieri dopo una breve visita al nuovo carcere di Bancali. “C’è una forte parte della società civile che è con noi – ha detto il ministro – siamo sicuri che nel tempo raggiungeremo livelli degni del nostro Paese, guardiamo alle luci per sconfiggere le ombre. La Sardegna – ha aggiunto il Guardasigilli – è un’isola che ha delle caratteristiche particolari molto interessanti e significative per quanto riguarda la possibilità di lavorare la terra, ci sono delle aziende agricole comprese negli istituti penitenziari ed è un segno molto civile di affrontare il problema della detenzione, perché persone libere che vivono all’aria aperta tutto il giorno espiano la loro pena. Su questo la Sardegna può esse un gran bel modello naturale”.

“Stiamo lavorando molto con il personale sotto gli aspetti sindacali per quello che sarà necessario, abbiamo una grande attenzione per questo comparto che fa parte a tutti gli effetti del comparto sicurezza”. Le rassicurazioni arrivano dal ministro che ha spiegato che “le nuove tecnologie comportano anche modi diversi di lavorare. Grande attenzione verrà data ai direttori delle carceri e al personale degli istituti penitenziari, ma soprattutto – ha chiarito – vogliamo lavorare tutti insieme per un fine comune”. Dopo la tappa a Bancali, il ministro, accompagnata dal capo del Dap Giovanni Tamburino, dal commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie Angelo Sinesio, dal provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Gianfranco Degesu, ha tagliato il nastro della nuova sede dell’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna, in via Asproni a Sassari. Mentre si preparava il trasloco a Bancali, l’amministrazione penitenziaria ha ristrutturato i locali della vecchia casa circondariale dove oggi si trasferirà il personale che si occupa dei detenuti che stanno scontando fuori dal carcere la loro pena. Un cambio della guardia che assume valore simbolico nel momento in cui l’istituto di San Sebastiano, diventato negli anni un simbolo negativo, chiude definitivamente i battenti. Alle 16 il ministro visiterà il centro di documentazione di Tramariglio, ad Alghero, dove una decina di detenuti ha archiviato e digitalizzato tutto il materiale.

Silvio Lai (PD). “Il ministro Cancellieri ha confermato che l’Asinara è e resterà un parco. Da parte del Governo non c’è alcun progetto di riapertura del carcere nell’area protetta e di questo non possiamo che essere soddisfatti”. E’ il commento del senatore del Pd, Silvio Lai, che stamane ha partecipato all’inaugurazione del nuovo carcere di Bancali. “Concordiamo con il ministro sull’importanza che riveste per Sassari e per l’intera Sardegna l’apertura di una struttura come quella di Bancali – sottolinea Lai – che di fatto segna un deciso cambio di rotta anche nella gestione della popolazione carceraria, di chi in carcere lavora, di chi fa volontariato per il recupero delle persone detenute. Ora occorre proseguire il lavoro sul carcere di Cagliari, a Uta. Dal ministro è giunta anche la conferma della possibilità di sperimentare proprio in Sardegna sistemi alternativi alla pena in carcere”. Per quanto riguarda il carcere di San Sebastiano, “la sfida – spiega il segretario del Pd – è ora quella di restituire ai sassaresi un edificio che ha 160 anni, é un pezzo della storia della città e sul quale va sviluppato un progetto innovativo che non lo sprechi come risorsa per il centro città e lo sviluppo dei servizi al territorio”.

Maria Grazia Caligaris: “Bambino di tre anni in carcere”. “Dispiace rilevare che in occasione della inaugurazione della nuova Casa circondariale di Sassari, nella frazione di Bancali, risulti presente in cella un bimbo di quasi tre anni. E’ urgente che Annamaria Cancellieri assuma un’iniziativa forte per evitare a un innocente di trascorrere la prima infanzia dentro una struttura penitenziaria”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, facendo osservare come “il trasferimento renderà ancora più difficile la vita del piccolo che forse non potrà frequentare neppure un asilo considerata anche la distanza dal centro città”. “Le pari opportunità in una Nazione civile impongono – ha sottolineato Caligaris – uguali diritti e doveri per tutti. Pur ammettendo che possano esistere ‘esigenze cautelari di eccezionale rilevanza’ nonché un ‘rischio certo di recidiva’ per la mamma, è inconcepibile non si possa trovare in Sardegna una struttura in grado di evitare al bambino il trauma della carcerazione. Non si spiega insomma perché i bambini in tenera età con le rispettive madri possano usufruire a Milano dell’Icam (Istituto a Custodia attenuata per madri detenute), mentre in Sardegna, che peraltro è un’isola, debbano vivere in sezioni femminili. E’ arrivato il momento di affrontare il problema: ci sono in Italia oltre 50 bambini in carcere, tra i quali quello di Sassari-Bancali”.

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