Camorra in Sardegna, uno degli indagati chiede il dissequestro dei beni

Decideranno nel giro di due giorni i giudici del Tribunale del Riesame sull’istanza di dissequestro presentata dai legali dell’ex poliziotto Paolo Cau, consigliere comunale a Sestu, indagato assieme all’europarlamentare Salvatore Cicu e all’ex sindaco di Sestu, Luciano Taccori, in un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari sul presunto riciclaggio di soldi di clan camorristi che vede coinvolte altre 14 persone originarie della Campania. Oltre a Cau, anche Taccori ed alcuni degli indagati campani avevano fatto istanza di riesame, ma oggi sono fioccate le rinunce e, davanti al collegio presieduto da Massimo Costantino Poddighe, solo il difensore di Cau, Guido Manca Bitti, ha rinnovato l’istanza di revoca dei sequestri cautelari decisi dal Gip, Giuseppe Pintori, su richiesta del pm Emanuele Secci. L’europarlamentare di Forza Italia Cicu, difeso dall’avvocato Michele Schirò, non ha invece presentato l’istanza di ricorso al tribunale del riesame, né al momento sembra previsto un interrogatorio imminente in Procura per un eventuale interrogatorio. Davanti ai giudici che dovranno decidere sul dissequestro degli immobili e dei conti dell’ex poliziotto (due conti correnti con circa 400mila euro, più vari uffici, seminterrati e terreni tra Sestu e Arbus), l’avvocato Manca Bitti ha cercato di smontare le tesi dell’accusa sull’eventuale riciclaggio legato alla vendita di un terreno a Villasimius nel 2003, puntando sul fatto che nel periodo dell’affare non esistessero legami visibili e accertabili tra gli acquirenti ed i clan camorristici. Non solo per la difesa anche il patrimonio di Cau sarebbe stato accumulato legittimamente attraverso investimenti e ricorso a mutui bancari della società dell’ex poliziotto. Di diverso avviso l’accusa che, col pm Secci, ha confermato punto per punto gli elementi della sproporzione tra redditi dichiarati e beni che hanno portato alla richiesta di un sequestro da parte del Tribunale. Entro due giorni la decisione del tribunale del riesame, ma non è escluso che possano essere fissate nuove udienze se anche altri tra i 17 indagati dell’operazione “Piccolo Lord” della Guardia di Finanza presenteranno ulteriori istanze.

 

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