“Ha riciclato i soldi della camorra”, indagato Salvatore Cicu

C’è anche Salvatore Cicu, europarlamentare di Forza Italia, tra i 17 indagati dalla Procura di Cagliari nell’ambito dell’inchiesta sul riciclaggio in Sardegna del denaro del clan camorristico dei Casalesi. L’esponente politico deve rispondere proprio di riciclaggio. Cicu sarebbe stato socio occulto della Tu.ri.cost. srl, proprietaria dell’hotel S’incantu di Villasimius sequestrato dalla Finanza e acquisito, secondo l’accusa, dai Casalesi. A Cicu è stato anche sequestrato un immobile a Cagliari.

Con l’europarlamentare di Fi sono indagati anche l’ex sindaco di Sestu Luciano Taccori (Fi) e l’attuale consigliere comunale Paolo Cau, anche lui di Forza Italia. Sono questi gli unici sardi coinvolti nell’indagine delle Fiamme Gialle. Le altre persone iscritte nel registro della Dda di Cagliari sono delle province di Napoli, Caserta e Avellino.

L’inchiesta. Un villaggio turistico, sette aziende, 40 fabbricati, otto terreni nelle province di Cagliari, Napoli e Caserta e quote sociali e conti correnti bancari per oltre 20 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Cagliari. Coinvolti imprenditori e professionisti legati ai clan camorristici dei Casalesi e D’Alessandro, che avevano investito il denaro guadagnato con le attività illecite nel settore turistico. Gli indagati sono diciassette.

Indagato consigliere regionale della Campania. C’è anche Luciano Passariello, consigliere regionale della Campania di Fdi, tra i 17 indagati. L’esponente politico avrebbe contattato la società sarda Tu.ri.cost, poi rilevata dai clan camorristici, per farne parte dopo che uno dei soci isolani aveva deciso di uscire dal sodalizio. Passariello avrebbe pagato una prima tranche per l’ingresso, decidendo poi di non completare l’operazione. Al passaggio societario nelle mani dei Casalesi, il consigliere regionale sarebbe stato rimborsato dai clan, così come avvenuto per gli altri tre soci sardi, Cicu, Taccori e Cau.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, il giro di denaro per l’uscita dei quattro soci ammonta a 400 mila euro in contanti, di cui 130 mila a Passariello e 270 mila complessivi agli altri tre. In totale l’operazione di subentro dei Casalesi nella Tu.ri.cost è costata un milione e 30 mila euro, contro un investimento iniziale di 600 mila euro. Tutto questo, per la Dda, configura il reato di riciclaggio contestato ai 17 indagati. La società sarda viene creata nel 2001 e vede come amministratore Cau, mentre Cicu e l’allora sindaco di Sestu figurano come finanziatori occulti. È in questa fase che il sodalizio individua dei terreni a Villasimius dove poi verrà costruito il complesso turistico S’incantu, sequestrato ora dalle Fiamme Gialle. I Casalesi, secondo la ricostruzione delle Finanza, mettono le mani sulla società nel 2003 acquisendo tutte le quote e i sardi le cedono consapevoli – dice la Dda – che il denaro proveniva in parte dalla Camorra.

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