Vertenza latte, sul tavolo una proposta: “Patto di rete tra pastori e industriali”

Una proposta operativa per sbloccare definitivamente la vertenza latte. Arriva dall’associazione Più Sardegna, nata poco più di un mese fa e già agguerrita nella vertenza sul prezzo del latte e sulle storture del comparto ovicaprino: “Un contratto di rete tra gli industriali caseari e gli allevatori, garantito dal Governo”. “Dopo aver partecipato a giugno al tavolo di filiera al ministero, che ha sancito la definitiva disgregazione del movimento senza bandiere – scrive l’associazione in una nota riferendosi a divisioni nel movimento che ha come portavoce Gianuario Falchi, Nenneddu Sanna e Andrea Mulas -, e dopo essersi opposta, con successo, al tentativo del capo di gabinetto del ministro di estrometterla dalla trattativa, l’associazione Più Sardegna presenta al Governo, al ministero delle Politiche Agricole e all’assessora regionale dell’Agricoltura, un’ulteriore proposta operativa”. Se approvata potrebbe definire positivamente la vertenza latte, sostiene l’associazione, “soprattutto nel momento in cui i trasformatori delle regioni del centro nord, stanno chiudendo i contratti di fornitura del latte di origine Spagna, al prezzo di 1,18 euro più Iva”.

La proposta dell’associazione è che “il Governo dia garanzie agli industriali caseari che stipulino con gli allevatori contratti triennali di fornitura del latte, assicurando il prezzo minimo di un euro più Iva, uno sgravio fiscale del 10 per cento sui contributi previdenziali e/o sulle spese del personale, per ogni anno di durata dell’accordo”. A lanciare la proposta e chiedere il sostegno agli industriali caseari e a tutti i movimenti spontanei, è Valentina Manca, presidente di Più Sardegna. “Ciò anche in considerazione del fatto che sono venuti a mancare i presupposti che avevano determinato l’approvazione del decreto sull’emergenza. Infatti le ipotizzate giacenze non esisterebbero più e forse non sono mai esistite. Da qui la difficoltà di utilizzo dei fondi destinati al bando per la fornitura del pecorino romano agli indigenti ad altri impieghi”, spiega Manca.

Da qui l’invito a un incontro aperto per la sottoscrizione delle manifestazioni di interesse necessarie per supportare l’iniziativa, di cui Più Sardegna avrà il ruolo di soggetto proponente, “da estendere agli industriali caseari, che assumerebbero il ruolo di parte attiva e non di controparte, e a tutti gli allevatori interessati, che fin da ora vengono invitati a contattare l’associazione rappresentata ai fini di una loro partecipazione al progetto che se approvato rappresenterà il nuovo corso della filiera”.

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