Secondo i dati del prospetto Regione del Ministero dell’Istruzione sono 1747 le domande dei docenti dalla Sardegna inviate online per le assunzioni della “Buona scuola”. In Italia, complessivamente, le domande inoltrate sono state 71.643 (100 mila gli aventi diritto).
Il bando era stato aperto lo scorso 28 luglio: la chiusura della procedura era fissata per la giornata di ieri alle 14. Non sono stati forniti ufficialmente i dati degli aventi diritto in Sardegna, ma nelle settimane scorse gli addetti ai lavori parlavano di circa tremila-quattromila insegnanti.
Molti docenti sardi (qualcuno lo aveva annunciato nelle ultime quattro giornate di protesta) potrebbero – ma si attende la conferma ufficiale del Ministero – aver scelto di non presentare la domanda per paura di prendere una cattedra lontano dalla Sardegna. Avrebbero scelto dunque di rimanere nelle graduatorie ad esaurimento che danno diritto ad essere ancora chiamati per le supplenze. Rinunciando – per il momento – all’assunzione, ma evitando così la lotteria delle destinazioni lontano dall’isola.
Per chi ha presentato la domanda c’è, invece, l’obbligo di accettare la destinazione scelta dal Ministero. Pena la rinuncia all’insegnamento. L’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Claudia Firino, aveva inviato, poche ore dopo la protesta delle valigie sotto il consiglio regionale, una lettera al ministro Stefania Giannini con la richiesta di un incontro.
Telefonata del ministro che è arrivata ieri al presidente Pigliaru: “Abbiamo parlato a lungo di insularità come fattore di svantaggio – afferma il governatore – problema che il ministro ha riconosciuto. E abbiamo concordato che a breve ragioneremo insieme su quali misure possano essere adottate per mitigare tale svantaggio. Nel complesso resta il fatto che riteniamo che gli attuali calcoli del fabbisogno dei docenti nelle varie regioni debbano tenere conto in modo importante non solo del numero degli alunni ma soprattutto della qualità del servizio che si va ad erogare, con investimenti addizionali dove esistono i problemi più gravi, cioè alta dispersione e basso apprendimento. Noi lo stiamo facendo con il programma Iscol@ e riteniamo che il Governo debba accompagnarci con proprie risorse in quella direzione. Credo che al più presto si debbano modificare i criteri”, conclude Pigliaru.
“Lasciamo da parte il semplice calcolo ragionieristico e troviamo meccanismi adeguati: i nostri ragazzi hanno diritto ad avere pari opportunità”. Da parte del Ministro – prosegue la nota della Regione – che ha motivato l’impossibilità per il Governo di procedere alla proroga richiesta dalla Regione riguardante i termini di presentazione della domanda di attribuzione delle cattedre per la cosiddetta fase B, è stato inoltre inviato alla Regione Sardegna un documento che conferma i numeri comunicati dall’Ufficio scolastico regionale, secondo il quale i tre quarti delle 1039 cattedre disponibili e vacanti sul territorio regionale saranno coperti da insegnanti sardi (a fronte di un numero di stabilizzazioni medio annuo che fino ad oggi è stato di circa 300 posti). Con lo stesso documento il Ministero ha specificato le azioni che si stanno compiendo per attutire in misura massima il disagio di eventuali spostamenti di docenti della graduatoria ad esaurimento che non avessero opportunità dirette in Sardegna per la propria classe di insegnamento. Tra l’altro, attraverso una tempestiva e condivisa applicazione del sistema di supplenze annuali si lavorerà per poter garantire ai docenti che si troveranno nelle condizioni di dover scegliere una cattedra fuori dal territorio regionale, di poter insegnare nel prossimo anno in Sardegna.