Bimbo segregato in casa ad Arzachena: giudizio abbreviato per genitori e zia

Saranno processati con giudizio abbreviato i genitori e la zia del bambino di 11 anni di Arzachena segregato e maltrattato nella villetta di famiglia. Questa mattina al Tribunale di Tempio Pausania il gip Marco Contu ha confermato il diniego alla richiesta di patteggiamento avanzata dai tre imputati e accettato il giudizio abbreviato, così come chiesto in subordine dagli avvocati della difesa.

In aula, davanti ai pm Luciano Tarditi e Laura Bassani, erano presenti i genitori del bambino, difesi dagli avvocati Marzio Altana e Alberto Sechi, mentre la zia del piccolo, difesa dall’avvocato Angelo Merlini, non si è presentata. Il bimbo era stato liberato la scorsa estate dai carabinieri di Olbia, dopo che lui stesso aveva chiesto aiuto per telefono ai militari. Gli investigatori avevano così scoperto una realtà agghiacciante: il bambino era sottoposto a torture fisiche e psicologiche, descritte dettagliatamente nel diario segreto che il piccolo nascondeva in camera.

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Le punizioni sistematiche consistevano nella segregazione in camera del bambino, che veniva rinchiuso nella sua stanza per ore, al buio, senza il materasso, e con un secchio per fare i bisogni. Secondo l’accusa, il piccolo veniva anche picchiato, e quando era rinchiuso nella sua stanza, gli venivano fatte ascoltare delle voci preregistrate per spaventarlo, con l’intento di renderlo buono e obbediente. I genitori erano stati subito arrestati, mentre la zia era finita in carcere alla fine dello scorso anno. I tre imputati si trovano agli arresti domiciliari, nell’attesa del processo che inizierà il 24 marzo.

 

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