Bari Sardo chiede lo stato di calamità: “Economia in ginocchio dopo i roghi”

Dopo Tortolì, anche la Giunta comunale di Bari Sardo ha chiesto lo stato di calamità naturale alla Regione in seguito all’incendio che ha distrutto 100 ettari di macchia mediterranea domenica scorsa a Marina di Cea, minacciando le abitazioni private e gli ospiti di un resort, miracolosamente scampato alle lingue di fuoco alte 10 metri grazie agli uomini della macchina della Protezione civile.

“Abbiamo deliberato lo stato di calamità naturale per ristorare alcuni agricoltori che hanno perso tutto, i proprietari delle attività turistiche e per il danno ambientale provocato – ha detto all’Ansa l’assessore al Turismo e all’Ambiente, Fabiana Casu -. L’incendio infatti ha interessato il costone dell’altopiano di Teccu ad alto valore ambientale e si trova in prossimità di un’area di tutela ambientale che abbiamo istituito”. L’esponente dell’Esecutivo ogliastrino spiega che “la richiesta è stata fatta non solo in funzione di questo incendio, ma in quanto il nostro Comune versa condizioni disastrose dal punto di vista della sicurezza territoriale, sia in caso di alluvione in quanto non viene fatta una regolare manutenzione”.

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