Nuovo fermo per l’assalto al portavalori avvenuto a Serrenti a marzo di due anni fa. Dopo l’arresto di ieri della guardia giurata Giuseppe Levanti, 59 anni, considerato il basista della rapina che frutto oltre 5 milioni di euro, oggi gli agenti della squadra mobile hanno eseguito il fermo disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari di Sebastiano Silvio Peddio,47 anni, nato a Desulo e domiciliato a Elmas. Il fermo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori della polizia, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, è direttamente collegato all’arresto del vigilante.
Dopo il colpo a Serrenti la polizia avviò, infatti, una serie di accertamenti tecnici che servirono a individuare alcune utenze telefoniche “fantasma”. Sim per cellulari intestate a stranieri inesistenti che erano state usate dai banditi durante il colpo o nelle giornate precedenti. Una di queste, è emerso dalle indagini, era in uso a Levanti. Dopo il colpo i numeri “fantasma” rimasero muti, gli investigatori sono comunque riusciti a individuare altre utenze riservate utilizzate da Levanti e da un desulese, che solo nell’ottobre del 2014 quando Levanti lo ha raggiunto a Elmas, è stato identificato come Sebastiano Silvio Peddio. Secondo gli investigatori, mentre la guardia giurata ha fornito tutti gli elementi per mettere a segno il colpo di serrati, compresa la tecnica per forzare i blinati, Peddio era invece incaricato di convogliare le notizie ad un “gruppo locale” verosimilmente quello che si appoggiava in aziende in agro di Vallermosa, Decimoputzu e Siliqua, (zone dove potrebbero essere stati nascosti i mezzi usati per la rapina), ed al referente di un “gruppo d’assalto” ogliastrino, poi identificato nella persona di un noto pregiudicato talanese, ex latitante.
Una descrizione dettagliata, addirittura un disegno su un foglio A4 su come tagliare il caveau dei furgoni blindati. E’ quanto emerge dell’arresto della guardia giurata e dal fermo di Peddio. I due, secondo quanto accertato dagli investigatori, nell’ottobre del 2014 si incontrarono. Levanti ha raggiunto Elmas incontrando, all’interno del cortile di un condominio, Peddio al quale sulla base di misure precise, fornite anche con un disegno su foglio A4 ha spiegato come effettuare le operazioni di taglio del pistone idraulico che aziona l’apertura dello sportello del caveau di un furgone portavalori. I due per eludere le investigazioni, hanno comunicato esclusivamente mediante sms o simulando cadenza straniera. La guardia giurata, è stato riscontrato dalle indagini tecniche, ha inviato messaggi a Peddio indicando l’uscita dei portavalori dalla sede delle Vigilanza Sardegna e le giornate propizie per il colpo. I due avrebbero effettuato sopralluoghi per altri assalti che sono stati vanificati dalla costante attività preventiva del Reparto Volo e Reparto Prevenzione Crimine, sulle indicazioni fornite dagli investigatori della Squadra Mobile. Una nuova rapina, secondo gli investigatori stava per essere messe a segno. Lo confermano le attività dei personaggi vicini a Peddio. Il 28 gennaio dello scorso anno, infatti, fu arrestato Giuseppe Caria per detenzione di arma clandestina, munizionamento, due divise complete da Vigile Urbano, una paletta di segnalazione, un lampeggiante di colore blu, un’autovettura rubata ed una mototroncatrice a scoppio del tipo utilizzato per l’effrazione delle blindature dei furgoni. Il materiale è stato rinvenuto nell’azienda gestita da Caria , nella località San Lorenzo , ai confini tra Cagliari e Sestu.