Nuovi pastori sardi indagati dopo le proteste per l’aumento del prezzo del latte avvenute lo scorso febbraio in Sardegna. Negli ultimi giorni gli avvisi di garanzia sarebbero piovuti a decine all’indirizzo degli allevatori che parteciparono alle proteste. Ammonterebbero a circa 150, un numero già ipotizzato a maggio mettendo le proteste una di seguita all’altra. Ma secondo La Nuova Sardegna nel mirino delle indagini ci sarebbero soprattutto gli assalti ai furgoni carichi di generi alimentari, i blocchi stradali con sversamenti di latte dalle autocisterne nell’Oristanese e Sassarese, e l’assalto al caseificio Pinna a Thiesi durato diversi giorni.
“Dopo otto mesi arrivano le denunce – spiega Gianuario Falchi, uno dei leader della protesta dei pastori – e non le soluzioni e questo non aiuta di certo. Nel frattempo si deve convivere con un’annata che è un disastro e con queste nuove spese legali per difenderci da un’accusa che, secondo me, è infondata. Abbiamo ricevuto la solidarietà di tutta Italia e l’unico che non ha capito cosa significava quella protesta e quanto è stato difficile gettare il latte è lo Stato. Sembra quasi – conclude – che non ci sia più la possibilità di reclamare i propri diritti”.
“La dignità del pastore non teme le denunce…Lui difenderà sempre il suo lavoro”. E ancora: “La battaglia non è persa, finché c’è ancora qualcuno che combatte”. Sono queste alcune reazioni, postate sulle chat e sui “social”. La notizia delle denunce arriva a due giorni di distanza dalla visita della ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova in Sardegna, dove ha incontrato una folta delegazione di pastori.