“I nostri paladini degli sprechi, che hanno promosso la chiusura della nostra Provincia al fine di razionalizzare le spese, non trovano di meglio che esternalizzare i servizi di accettazione, registrazione e riscossione aziendale, nonché il Centro unico di prenotazione (Cup). Questo si tradurrà in assunzioni elettorali fatte con soldi pubblici“.
E’ durissimo l’affondo dei sindacati confederali contro la Regione e contro i vertici della Asl 7. Per questo i segretari territoriale della Funzione pubblica di Cgil Cisl e Uil hanno scritto all’assessore alla Sanità Simona De Francisci e al direttore generale della Asl, ma per conoscenza la lettera è stata inviata anche alla Corte dei Conti. Anche alla luce – fanno sapere – della recente indagine sulla qualità della Sanità italiana e alla Sardegna è stata assegnata la maglia nera per il rischio corruzione.
“Esternalizzare altri servizi, come già è successo con le manutenzioni, apre la strada a nuove assunzioni interinali che sono più costose e si prestano e clientele”, scrivono i sindacati. Con una sottolineatura: “Si tratta di un reclutamento di personale assolutamente inutile perché l’attività viene svolta da personale di ruolo altamente qualificato”.
Per le tre sigle confederali “esiste una chiara violazione di una Direttiva nazionale emanata dal sottosegretario alla Salute e che proroga fino a tutto il 2016 i contratti di lavoro precari in Sanità, con il preciso invito alle Asl a evitare ogni forma di appalto esterno nelle funzioni essenziali delle stesse aziende. Invece alla Asl di Carbonia, nonostante le sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, si indicono illegittime procedure di selezione di nuovo personale, buttando alla finestra i soldi dei contribuenti”.
Per questo, per il 19 dicembre Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un sit-in davanti all’assessorato regionale alla Sanità.