Amianto ad Orani, sigilli sulla cava della Maffei Sarda

Sigilli sulla cava della Maffei Sarda che nel territorio di Orani estrae i feldaspati destinati alle aziende del viterbese dedite alla produzione di sanitari: in quei minerali è stata riscontrata la presenza di tremolite d’amianto.

Il sequestro è scattato nella mattinata di ieri su ordine della Procura di Nuoro, che sulla vicenda indaga per disastro colposo. Sono state le analisi dell’Arpas a rilevare la presenza di asbesto nei minerali estratti ad Orani. I risultati delle verifiche effettuate dall’Agenzia regionale confermano – a circa un anno dall’inizio dei controlli – quanto era già emerso dagli accertamenti effettuati dall’Asl di Viterbo e dal Politecnico di Torino un anno fa. In quel caso – su segnalazione della Minerali Industriali (che controlla la Maffei Sarda Silicati) – era stata rinvenuta la presenza di tremolite d’amianto nei feldspati arrivati nel Lazio da Orani. A quel punto era scattato il sequestro dell’impianto di stoccaggio laziale. Ma nessun provvedimento aveva colpito la cava sarda.

“I risultati delle indagini condotte dall’Arpas differiscono da quelli emersi nelle analisi realizzate dalla società”, spiega il responsabile della Maffei Sarda Federico Fiorelli, che aggiunge: “Sin da subito, abbiamo condiviso le nostre analisi con l’Arpas e con lo Spresal di Nuoro. Di recente, abbiamo anche commissionato un approfondimento al Cnr di Cagliari. Occorre fare chiarezza, ma siamo sorpresi”.

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Per la regione, che ha affidato in concessione la cava di Orani alla Maffei, il problema tremolite sembra non essere mai esistito sistere: nessun accenno alla presenza di amianto nel Piano delle attività estrattive dell’assessorato all’Industria né nel Piano regionale di protezione dall’amianto licenziato dalla giunta regionale a fine 2014 su input dell’assessore all’Ambiente Donatella Spano. E lo stesso vale per il vecchio Piano di bonifica dei siti inquinati, compresi quelli minerari.

Nessun riferimento alla presenza di asbesto neanche nella delibera con cui, nel 2006, la giunta regionale allora guidata da Renato Soru concede il via libera alla proposta di coltivazione della miniera a cielo aperto “Cuccuru Mannu”, nel territorio di Sarule – a pochi chilometri da Orani – presentato dalla Maffei Sarda. Il progetto “Cuccuru Mannu”è un’estensione della concessione “Cuccureddu” ricadente sul territorio di Orani, Ottana e Sarule affidata sempre alla Maffei Sarda nel 2002.

Eppure sia il geologo Giorgio Conti-Vecchi nel 1991 sia il professore di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari Carlo Marini nel 2000 parlano della presenza di tremolite nelle formazioni geologiche oggetto di attività estrattiva nel comune di Orani.

Piero Loi

@piero_loi

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