Ambiente, i cento fuochi della protesta. Quasi un nuovo partito

Alcune associazioni sono diffuse in tutta l’Isola. Come quella che si oppone alla realizzazione del metanodotto Galsi. Altre sono nate in realtà locali, anche molto piccole, spesso i paesi dell’interno, per contrastare la nascita di impianti termodinamici o eolici. Sono decine e coinvolgono migliaia di cittadini.  Rifiutano qualunque collocazione politica anche se, sulle specifiche battaglie, non rifiutano il sostegno dei partiti. I quali – anche perché le elezioni regionali cominciano ad avvicinarsi – appaiono sempre più consapevoli della forza di questi comitati di cittadini. Una forza che cresce in modo inversamente proporzionale a quello della politica tradizionale.

Sardinia Post ha provato a tracciare una prima mappa. La sottoponiamo a voi lettori. E vi chiediamo di aiutarci a integrarla, a completarla, a correggerla se necessario. Forse da queste sigle nascerà qualcosa di veramente nuovo per il futuro della politica in Sardegna.

La lista si apre con le associazioni che operano a livello regionale.

COMITATO NO GALSI.

Ha sedi a Cagliari e a Olbia, con diversi referenti presenti nel territorio territorio interessato al Gasdotto proveniente dall’Algeria. Un serpentone largo un metro e venti che dovrebbe attraversare tutta la Sardegna, dal capo sud-ovest (ingresso a Porto Botte, nel Sulcis) al capo nord-est (Olbia). E in questi due punti si sono concentrate alcune delle proteste soprattutto contro le stazioni di compressione necessarie al trasporto del metano, ancora assente nell’Isola. Il progetto ha come capofila il colosso statale algerino Sonatrach, seguono Edison, Enel, Hera e la Sfirs, finanziaria di investimento della Regione Sardegna. Le sorti del progetto si decideranno a fine maggio. Per il comitato si tratta di una nuova servitù.

COMITATO NO RADAR:

Comitato nato nel 2011 intorno alla proposta di insediare nel perimetro ovest delle coste sarde i Radar per l’intercettazione del traffico aereo a scopi militari e di controllo degli sbarchi di migranti clandestini. Quattro i punti scelti dal ministero dell’Economia e comando della Guardia di finanza: Argentiera (Sassari), Capo Sperone (Sant’Antioco), Capo Pecora (Fluminimaggiore) e Ischia Ruggia (Tresnuraghes). Installazione sospesa dopo vari ricorsi al Tar.

COMITATO NO SCIE CHIMICHE.

È un comitato a diffusione regionale, legato al No Radar. Denuncia il fatto che le scie chimiche sono sostanze utili per disegnare nei Radar militari il traffico aereo, militare e non. Secondo gli attivisti si tratta di agenti chimici che interferiscono sulle variazioni meteorologiche e sul ciclo agricolo-produttivo naturale.

AIEA – CONTRO L’AMIANTO

AIEA Onlus (associazione italiana esposti amianto) CSA e AIEA Onlus Carbonia-Iglesias, lavorano in sinergia per dare il supporto-medico legale necessario alle vittime dell’amianto ed ai loro familiari per il riconoscimento dei loro diritti. Centinaia di operai sono morti o si sono ammalati dopo aver lavoratori nelle fabbriche di Ottana, dell’Oristanese e del Sulcis.

Ed ecco i comitati e le associazioni territoriali.

SASSARI-ALGHERO-PORTO TORRES:

 C.A.P.S.A. – Comitato di Azione, Protezione e Sostenibilità Ambientale – No Chimica Verde.

Formato da cittadini e volontari che operano nel Nord-Ovest Sardegna. Osteggiano il progetto Matrìca (Chimica Verde) a Porto Torres ad opera del’Eni. Sostengono che la coltivazione del cardo per l’estrazione dell’olio da utilizzare come combustibile stravolgerebbe l’intera economia agroindustriale della zona, e fungerebbe da copertura per la combustione di altri materiali (assimilati) molto dannosi per la salute.

Nurra dentro – riprendiamoci l’agro.

È un’altra associazione che si batte contro la Chimica verde. Opera in tutto il territorio della Nurra ed è formata da agricoltori, pastori, operatori diretti che promuovono i prodotti a chilometro-zero. Pensano allo sviluppo del territorio come ad un razionale ciclo di decrescita. Credono nella promozione del territorio come riscoperta della qualità e dei saperi della tradizione.

CARBONIA, MONTE SIRAI.

No eolico Monte Sirai

Si oppone alla costruzione di un impianto eolico con 14 torri alte centro metri da installare alle pendici di Monte Sirai (dove si trova uno dei siti fenicio-punici più importanti di tutta la Sardegna) e nella valle da Flumentepido sino a Bruncu Teula. Siamo in territorio di Carbonia, verso il mare di Sant’Antioco. Il comitato è sostenuto anche dall’amministrazione comunale di Carbonia.

BOSA-ALGHERO

Comitato Salviamo Tentizzos per Bosa

Questo comitato è nato in seguito alla presentazione della proposta pubblica della ‘Condotte SpA’ per la realizzazione di un complesso golfistico-residenziale-alberghiero a ‘Tentizzos’, sulla costa Bosa-Alghero. I promotori si oppongono all’opera perché la ritengono una speculazione estranea alla vocazione del territorio.

COSSOINE E GIAVE

Comitato per il No al termodinamico.

Si oppone alla costruzione di un impianto termodinamico che andrebbe a occupare un’area di 160 ettari. Ha promosso un referendum popolare che domenica scorsa ha decretato il No della cittadinanza di Cossoine al progetto.

 MACOMER- CAGLIARI.

Comitato “Non bruciamoci il futuro”

Si oppone all’accensione di un altro forno nel  termovalorizzatore di Tossilo (area industriale di Macomer). Secondo il Comitato l’impatto sarebbe molto negativo per un territorio dove ci sono importanti aziende che producono  carni, olio, vino e formaggi.  Ha una sede anche a Cagliari, si battono contro tutti i termovalorizzatori della Sardegna.

ARBOREA

No al progetto Eleonora.

Si oppone al progetto della Saras di realizzare trivellazioni per la ricerca di idrocarburi in un’area ritenuta di grande interesse naturalistico, lo stagno S’ena Rubia. C’è il rischio di un danno ambientale che provocherebbe gravi effetti negativi su un’economia tradizionalmente basata sulla filiera latteario-casearia, agroalimentare, della pesca e del turismo.

NARBOLIA

Comitato S’Arrieddu – No al Furtovoltaico.

È nato per contrastare la messa in opera di serre fotovoltaiche ad opera di multinazionali cinesi. Lamentano il fatto che in nome di forti incentivi statali si sottrae terreno all’agricoltura.

GUSPINI – GONNOSFANADIGA -DECIMOPUTZU

Comitato No alla Megacentrale.

E’ sorto per contrastare e impedire la realizzazione di un impianto termodinamico solare a concentrazione da 50 MWe, nei Comuni di Gonnosfanadiga e Guspini, con associato un impianto a biomasse da almeno un 1MWt che occuperà una superficie lorda di 211 ha. A questo si aggiunge il cavidotto (7,8 km) e una nuova Stazione Elettrica.

VALLERMOSA

Comitato No Termodinamico

Si oppone alla costruzione di una centrale termodinamica che violerebbe la vocazione agricola del territorio.

CARLOFORTE

Carlofortini preoccupati.

Operano in un’area fortemente contaminata dal punto di vista ambientale, preservano le bellezze ambientali dell’isola di Carloforte, compromesse dai lasciti dell’industria di Portovesme.

NURAXI FIGUS

Adiquas.

L’associazione è in prima linea nel controllo dei materiali utilizzati nelle fabbriche. Opera in tutto  il territorio del Sulcis, e denunciano la presenza di fanghi rossi, fumi d’acciaieria, residui della lavorazione del carbone e dei metalli pesanti. L’anno scorso hanno denunciato l’arrivo di navi provenienti dalla Grecia cariche di materiale radioattivo (Cesio 137).

VILLAPUTZU

Comitato Su Giassu

Collabora con la storica associazione  ‘Gettiamo le Basi’ del salto di Quirra, i cittadini combattono da tempo per ottenere la verità sulle “morti sospette”. In particolare si sospetta l’impiego di materiale radioattivo nelle attività del Poligono sperimentale di Quirra (tra Villaputzu e Perdasdefogu). Sul caso è stata aperta un’inchiesta della Procura di Lanusei per disastro ambientale, venti le richieste di rinvio a giudizio.

(a cura di Davide Fara)

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