Per il tribunale del Riesame Lukas Saba, il 18enne di Alghero accusato dell’omicidio del suo amico e coetaneo Alberto Melone, dovrà attendere in carcere l’inizio del processo per il delitto commesso la sera del 5 aprile in un appartamento a sua disposizione in piazza del Teatro, nel centro storico cittadino. Oggi i giudici hanno respinto la richiesta della misura cautelare agli arresti domiciliari avanzata la scorsa settimana dal legale di Saba, l’avvocato Gabriele Satta. A meno di un improbabile ricorso in Cassazione da parte della difesa o di una nuova richiesta al sostituto procuratore Mario Leo, il giovane resterà a Bancali sino al processo.
La Procura contesta al 18enne il reato di omicidio volontario e vista l’ampia confessione resa dall’imputato potrebbe chiedere il giudizio con rito immediato, saltando quindi l’udienza preliminare. Alberto Melone era morto a causa della ferita provocata da uno sparo. Il proiettile esploso dalla Derringer calibro 22 che Lukas aveva sottratto al padre, era partito da mezzo metro di distanza con una traiettoria dall’alto verso il basso, aveva perforato lo sterno, la trachea e l’esofago della vittima e si era fermato nell’aorta, provocando un trauma emorragico a livello esofageo. Il reo confesso, in lacrime, aveva spiegato agli inquirenti e al gip che si era trattato di un tragico incidente. “Eravamo seduti intorno al tavolo della cucina e stavamo bevendo – aveva detto – stavamo giocando a puntarci la pistola, poi è partito il colpo, ma io pensavo che l’arma fosse scarica”.