Scuole spostate da una parte all’altra della città, insegnanti con sedi diverse, continuità didattica stravolta: è lo scenario che si prospetta per centinaia di alunni delle scuole elementari e medie cagliaritane interessate dal dimensionamento scolastico, approvato negli ultimi mesi da Comune e Regione.
Sull’attuale programma del dimensionamento questa mattina davanti a Villa Devoto, sede cagliaritana della Giunta regionale, si è riunita una delegazione di genitori per chiedere risposte all’assessore dell’Istruzione Sergio Milia: se il piano fosse realmente attuato ci sarebbero nuove direzioni didattiche in base a criteri incoerenti e disomogenei, verrebbero riuniti sotto la stessa direzione istituti tra loro lontani come l’Alfieri e il Conservatorio, e soprattutto molti genitori non avrebbero per i propri figli la scuola che hanno scelto mesi fa al momento dell’iscrizione, quando il piano non era stato ancora approvato.
“Siamo tutti orgogliosi che i nostri figli frequentino la scuola pubblica – afferma Lucia Deidda – ma vorremmo essere ascoltati: finora non abbiamo avuto risposte dal Comune, e la Regione ci ha dato risposte discordanti”.
Tra i manifestanti a Villa Devoto anche gli insegnanti: “Se i docenti vengono spostati da una scuola all’altra si interrompe la continuità didattica – sostiene Maria Antonietta Spano – e si creano pesanti problemi organizzativi a chi cerca di portare avanti un programma scolastico”. La riorganizzazione delle scuole così concepita danneggerebbe tutti i ragazzi, e in particolare quelli disabili: “Mia figlia cambierebbe l’insegnante di sostegno per la quarta volta in tre anni – ricorda Francesco Di Gangi – è assurdo che non sia garantita la continuità delle figure di riferimento nel percorso scolastico”.
Il “Piano di Dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell’offerta formativa” è stato approvato dalla Regione il 5 marzo scorso, sulla base del progetto elaborato dal Comune di Cagliari. Appena in tempo per rispettare le scadenze imposte dal Ministero, ma in ritardo per le iscrizioni dei ragazzi che scadevano il 28 febbraio.
Contro il progetto, i genitori delle scuole elementari e medie Cima, Manno, Sant’Alenixedda e Conservatorio hanno presentato e vinto un ricorso al Tar, ma a pochi giorni dall’inizio della scuola l’Ufficio Scolastico Regionale sta mandando comunque avanti il piano di dimensionamento: la sentenza Tar favorevole ai genitori, che avrebbe dovuto invece essere immediatamente esecutiva, è stata finora ignorata.
“Questa mattina l’assessore Milia ci ha accolto e ascoltato le nostre ragioni – ricorda Lucia Deidda – ci ha rassicurato e questo fa sperare in una soluzione positiva della vicenda. Il nostro è un problema importante, si tratta dell’istruzione e del futuro dei nostri figli”.
Francesca Mulas