Miniere, al via la bonifica a Furtei: tre anni di lavori per la spa regionale Igea

È arrivato il via libera che mancava per la bonifica dell’area mineraria dismessa di Santu Miali a Furtei. nella conferenza conclusiva di oggi è stato approvato il progetto operativo sotto il coordinamento della direzione generale dell’assessorato all’Ambiente. “La messa in sicurezza e il risanamento ambientale della Sardegna restano una priorità della Giunta: stiamo affrontando le bonifiche nel pieno rispetto delle normative di settore e abbiamo compiuto un altro passo in avanti nel complesso percorso che stiamo affrontando”, ha commentato l’assessora Donatella Spano.

Il progetto di Furtei è stato presentato dalla spa regionale Igea. “Nella prima fase di intervento – si legge in una nota della Regione – l’obiettivo è l’isolamento delle sorgenti di contaminazione, azione identificata come prioritaria. Questa tappa comprende la messa in sicurezza del bacino degli sterili attraverso la realizzazione della cinturazione perimetrale con la tecnologia detta jet grouting (iniezione nel terreno di una miscela cementizia) e la realizzazione del sistema di barriera impermeabile di copertura”. Previsti ancora “la messa in sicurezza e il recupero ambientale dei vuoti minerari, l’asportazione integrale delle discariche minerarie, tra cui, in particolare, la discarica di solfuri di “Sa Fronti” con il contestuale conferimento dei rifiuti minerari al sito di raccolta, individuato in corrispondenza del bacino sterili. Questa prima fase ha una durata complessiva di un triennio. È previsto il trattamento delle acque acide dei vuoti minerari e delle acque contaminate del bacino sterili, attività necessaria per la messa in sicurezza delle strutture minerarie”.

Sulla fase due manca ancora la progettazione, ma è già stato stabilito che “riguarderà le ulteriori operazioni di messa in sicurezza dei suoli contaminati in prossimità delle strutture minerarie, nonché sull’area attualmente occupata dagli impianti, a valle della dismissione degli stessi, scrivono ancora dalla Regione.

Dall’assessora all’Ambiente rimarcano un punto:  “Resta valido il presupposto della quantificazione del danno ambientale causato dalla gestione dell’attività estrattiva. Si potrà quindi attivare la procedura di rivalsa nei confronti del responsabile della contaminazione, procedura in capo al Ministero dell’Ambiente, con la collaborazione degli Enti territoriali”. È il rincipio del “chi inquina paga” (LEGGI QUI).

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